CRO RACE 2024: COLPO MCNULTY! PER L’AMERICANO TAPPA E MAGLIA IN UNA FRAZIONE ACCORCIATA PER IL FORTE VENTO
La terza tappa, accorciata a soli 89,5 Km, ha visto il successo in solitario dello statunitense Brandon McNulty. Il primo gruppetto inseguitore è stato regolato da Arrieta su Lud Andresen, Ganna e gli altri. Sesta piazza per Maestri. Con il successo odierno il portacolori della UAE Team Emirates balza in vetta alla classifica.
La terza tappa della CRO Race 2024 ha avuto due protagonisti assoluti. Il primo in negativo è stato il vento che ha costretto gli organizzatori a spostare la partenza da Otočac a Novi, tagliendo ben 65 Km al tracciato prestabilito. Il secondo, decisamente in positivo, è stata l’impresa di Brandon McNulty (UAE Team Emirates) che, dopo aver raggiunto il fuggitivo Kim Heiduk (Ineos Grenadiers) quando mancavano 51 km al termine, è rimasto da solo dopo circa una decina di chilometri. Lo statunitense non si è, però, scoraggiato e ha continuato l’azione, nonostante una foratura e l’inseguimento portato da alcuni team. L’ingresso nel circuito finale, dove sono stati presi i tempi di gara sempre a causa del maltempo, è stato però trionfale per il corridore della UAE, così come il passare solitario sotto la linea del traguardo.
Il primo gruppetto inseguitore, formato da una quindicina di elementi, è arrivato ad Abbazia dopo 34”, con Igor Arrieta, compagno di squadra del vincitore, a precedere nell’ordine Tobias Lund Andresen (Team dsm-firmenich PostNL), Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), Sakarias Koller Løland (Uno-X Mobility), Mirco Maestri (Team Polti Kometa), Pier-André Côté (Israel Premier Tech Academy), Warren Barguil (Team dsm-firmenich PostNL), Pablo Castrillo (Equipo Kern Pharma) e l’ex fuggitivo Heiduk.
In chiave classifica generale il vincitore odierno balza al comando e precede l’italiano Giovanni Lonardi (Team Polti Kometa) di 30″ e Andresen di 36″. Lombardi mantiene, invece, la leadership nella classifica a punti.
Domani, meteo permettendo, si disputerà la Veglia – Albona di 160.5 Km. Il tracciato riprende in parte quello della medesima tappa frazione disputata un anno fa vinta e vinta dallo sloveno Matej Mohorič. Ben poca sarà la pianura, anche se la salita più impegnativa , quella di Poklon (11,5 km al 5,8%), terminerà ai -56. La conseguente discesa porterà alla salita di Nedescina, che precede il circuito finale disegnato attorno ad Albona. e caratterizzato da uno strappo di 2000 metri da percorrere 2 volte, l’ultima come arrivo di tappa.
Mario Prato

McNulty vince la "smozzicata" tappa di Abbazia (foto Sport-IT)
03-10-2024
ottobre 3, 2024 by Redazione
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SPARKASSEN MÜNSTERLAND GIRO
Il belga Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck) si è imposto nella corsa tedesca, Haltern Am See – Münster, percorrendo 202 Km in 4h22′51″, alla media di 46.11 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Jordi Meeus (Red Bull – BORA – hansgrohe) e Milan Fretin (Cofidis). Miglior italiano Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team), 11°.
CRO RACE (Croazia)
Lo statunitense Brandon McNulty (UAE Team Emirates) si è imposto nella terza tappa, Novi – Abbazia, percorrendo 89.5 Km in 1h47′23″, alla media di 50.008 Km/h. Ha preceduto di 34″ lo spagnolo Igor Arrieta (UAE Team Emirates) e il danese Tobias Lund Andresen (Team Dsm-Firmenich PostNL). Miglior italiano Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), 4° a 34″. McNulty è il nuovo leader della classifica con 30″ sull’italiano Giovanni Lonardi (Team Polti Kometa) e 36″ su Andresen. La tappa sarebbe dovuta partire da Otočac e misurare 154 Km, ma è stata accorciata a causa del forte vento, che ha convinto gli organizzatori di neutralizzare il circuito finale di 11 Km ai fini della classifica prendendo i tempi al primo passaggio dal traguardo.
PETRONAS TOUR DE LANGKAWI (Malesia)
L’olandese Arvid de Kleijn (Tudor Pro Cycling Team) si è imposto anche nella quinta tappa, Kuala Lumpur – Melaka, percorrendo 167.3 Km in 3h53′30″, alla media di 46.58 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Matteo Malucelli (JCL Team UKYO) e il russo Gleb Syritsa (Astana Qazaqstan Team). Il britannico Max Poole (Team Dsm-Firmenich PostNL) è ancora leader della classifica con 15″ sull’italiano Thomas Pesenti (JCL Team UKYO) e 20″ sullo spagnolo Unai Iribar (Equipo Kern Pharma)
GRAND PRIX CHANTAL BIYA (Camerun)
L’algerino Islam Mansouri (nazionale algerina) si è imposto nella terza tappa, Ebolowa – Sangmelima, percorrendo 104.2 Km in 2h22′24″, alla media di 43.904 Km/h. Ha preceduto allo sprint il camerunense Rodrigue Eric Kuere Nounawe (SNH Vélo Club) e di 2″ lo slovacco Dávid Kaško (Dukla Banska Bystrica). Nessun italiano in gara. Il belga Wesley Van Dyck (Cycling Vlaanderen) è ancora leader della classifica con 1′50″ sull’algerino Yacine Hamza (nazionale algerina) e 4′10″ sul connazionale Wannes Heylen (Cycling Vlaanderen)
CRO RACE 2024: MOLANO CONQUISTA LA SECONDA TAPPA, LONARDI NUOVO LEADER
Successo in volata di Sebastian Molano davanti a Lonardi e Welsford. Grazie al piazzamento odierno Lonardi sale in vetta alla generale. Nella TopTen di giornata anche Buratti, Zambanini e Maestri.
La Zaravecchia – Novaglia di 114.5 Km ha visto primeggiare il velocista colombiano Juan Sebastián Molano (UAE Team Emirates) davanti all’italiano Giovanni Lonardi (Team Polti Kometa) e all’australiano Sam Welsford (Red Bull – BORA – hansgrohe), che salgono con lui sul podio di giornata. Grazie al piazzamento in seconda posizione, esattamente come ieri, Lonardi ha scalzato dalla vetta della classifica generale e da quella a punti il vincitore della prima tappa Alexander Kristoff (Uno-X Mobility), oggi quinto dietro all’italiano Nicolò Buratti (Bahrain – Victorious), piazzatosi ai piedi del podio. Completano la topten di giornata nell’ordine Pavel Bittner (Team dsm-firmenich PostNL), Edoardo Zambanini (Bahrain – Victorious), Mirco Maestri (Team Polti Kometa), Javier Serrano (Team Polti Kometa) e Ben Turner (INEOS Grenadiers).
La corsa odierna – nonostante il percorso favorisse, come poi è stato, le ruote veloci – è stata molto combattuta. I primi a tentare la fortuna fin dalle primissime fasi di gara sono stati Nicolas Kojkovic (Adria Mobil), Dan Andreij Tomsic (Ljubljana Gusto Santic), Maksymilian Radosz (Mazowsze Serce Polski), Alex van der Tuuk (Metec-Solarwatt p/b Mantel) e Piotr Pekala (Santic-Wibatech). Il quintetto viene tenuto sempre abbastanza sotto controllo dal plotone e il loro vantaggio non riusce mai a decollare. Dopo il primo GPM di giorntata la fuga è così già morta e sepolta. Tentano successivamente la sortita Kim Heiduk (Ineos), Paweł Bernas (Mazowsze Serce Polski) e Daniel Turek (ATT Investments), ma anche per loro non c’è molta fortuna. Con una cinquantina di chilometri ancora da percorrere per arrivare al traguardo è la volta del tentativo di Jakub Kaczmarek (Mazowsze Serce Polski) e Casper van der Woude (Metec – Solarwatt p/b Mantel). Questa coppia riesce a far aumentare meglio dei tentativi precedenti il gap che la divide del plotone, finchè in testa al gruppo inseguitore non si è piazzato il blocco INEOS Grenadiers, con Filippo Ganna come locomotiva, che riporta i due fuggiaschi a più miti consigli e neutralizza la fuga. Prima della ormai scontata volata finale c’è stato il tentativo – neanche tanto velleitario – di Pablo Castrillo (Kern Pharma), che ha ottenuto il solo risultato di scombussolare temporaneamente i piani delle squadre delle ruote veloci. Il tempo di raccogliere le idee e di rioganizzarsi e anche il tentativo dello spagnolo è neutralizzato; si va così verso la volata che ha premiato il colombiano Molano.
Grazie a due piazzamenti in due giorni Lonardi è balzato in vetta alla classifica generale e in quella a punti. Nella prima è seguito a due secondi da Kristoff e a sei secondi da Cyrus Monk (Q36.5 Pro Cycling Team), salito sul podio parziale in virtù degli abbuoni conquistati nei traguardi intermedi di ieri ed oggi. Nella classifica a punti precede sempre il norvegese, mentre la terza piazza è occupata dal vincitore odierno Molano.
Ora la terza tappa da Otočac ad Abbazia di 154 chilometri potrebbe riservare qualche sorpresa in più. La prima metà gara è caratterizzata dalla presenza dei GPM di Vratnik e Bribir. La seconda, invece, non presenta grosse difficoltà ma un continuo saliscendi che proseguirà anche nel circuito finale. Al suo interno da segnalare un muro di 500 metri all’11% che dovrà essere ripetuto due volte, l’ultima a soli 4 Km dal traguardo: potrebbe diventare un buon trampolino di lancio per i finisseur e quasi certamente cambierà i connotati del leader della corsa croata.
Mario Prato

Il colombiano Molano vince la seconda tappa della Cro Race (foto X - UAE Team Emirates)
MONDIALE 2024, LE PAGELLE
ottobre 2, 2024 by Redazione
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Le pagelle del mondiale disputato domenica scorsa a Zurigo
TADEJ POGACAR. Vincere nello stesso anno Giro d’Italia, Tour de France e Campionati del Mondo non è cosa da poco. Il fenomeno sloveno è senza ombra di dubbio uno dei più forti ciclisti della storia. Lo scatto deciso e decisivo a 70 km dal termine e la sua cavalcata trionfale resteranno negli occhi e nel cuore degli appassionati di ciclismo. Adesso lo aspettiamo per il poker al Lombardia dove sarà ancora l’uomo da battere. VOTO: 9.5
BEN O’CONNOR. Si nasconde bene nel gruppo nelle fasi calde del mondiale, salvo poi mantenere la testa della corsa insieme ai contendenti al secondo gradino più alto del podio. Scatta al momento giusto per andarsi a prendere un argento del tutto insperato alla vigilia. VOTO: 9
MATHIEU VAN DER POEL. Un mondiale è sempre un mondiale e il campione olandese, vincitore lo scorso anno, contiene per quanto possibile la sfuriata di Pogacar finchè capisce anche lui che tanto vale giocarsi una medaglia, anche se non sarà quella più prestigiosa. E’ uno tra i più attivi ma soprattutto più generosi, chiudendo a ripetizione in prima persona negli ultimi chilometri sui tentativi dei ciclisti presenti nel gruppetto inseguitore. Alla fine non ce la fa a chiudere su O’Connor e si prende un meritato bronzo nella volata ristretta per il terzo posto. VOTO: 8
TOMS SKUJINS. Una delle corse meglio interpretate dal ciclista lettone che si gioca la medaglia di bronzo con il ben più accreditato Van der Poel. Ottimo, comunque, il suo quarto posto che ci ha riportato per un attimo nel 2000, quando il suo connazionale Romans Vainsteins fece il colpaccio a Plouay. VOTO: 7.5
BEN HEALY. Attaccante di razza, prova a stravolgere le carte in tavola insieme a Sivakov, Onley e Vermaerke prima dell’inesorabile rimonta di Pogacar. Conclude al settimo posto ma confidiamo che l’irlandese prima o poi potrà lottare per una medaglia. VOTO: 7
PAVEL SIVAKOV. Ultimo ciclista a cedere a Pogacar, è gusto dargli il giusto merito anche se poi concluderà solamente in 35° posizione. VOTO: 7
REMCO EVENEPOEL. Patisce a lungo andare il circuito di Zurigo, sul quale nelle ultime tornate soffre sia la salita della Zurichbergstrasse, sia quella di Witikon. Rientra in qualche modo sul gruppetto che si gioca argento e bronzo ma non fa meglio del quinto posto. VOTO: 6.5
MARC HIRSCHI. La speranza più grande per i padroni di casa delude le aspettative, pur restando spesso e volentieri nel vivo della corsa. Nel finale tenta qualche allungo ma si spreme troppo e non riesce neanche a giocarsi concretamente la medaglia di bronzo. VOTO: 6
ENRIC MAS. Dimostra di essere lo spagnolo più in forma essendo uscito in buona condizione dalla Vuelta e per lunghi tratti di corsa resta ancorato al primo gruppo inseguitore. Soffre alla fine i ripetuti attacchi e nella volata per il terzo posto conclude in ottava posizione dietro Healy. VOTO: 6
GIULIO CICCONE. Al traguardo è venticinquesimo e primo ciclista italiano all’arrivo con un ritardo di oltre 6 minuti e mezzo da Pogacar. Il fallimento della spedizione italiana è evidente. All’inizio si sapeva che non c’erano troppe speranze per un buon risultato, ma la delusione è ancora più grande alla luce di questo risultato. Attendiamo tempi migliori. VOTO: 4
JULIAN ALAPHILIPPE. Non sapremo mai se avrebbe dato filo da torcere a Pogacar, ma la condizione in ripresa autorizzava a tenerlo presente almeno per una top ten o, meglio ancora, per una top five. Una caduta dopo una sessantina di chilometri lo costringe purtroppo al ritiro. S.V.
Antonio Scarfone
02-10-2024
ottobre 2, 2024 by Redazione
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ELFSTEDENRACE
L’olandese Taco van der Hoorn (Intermarché – Wanty) si è imposto nella corsa olandese, circuito di Leeuwarden, percorrendo 199.9 Km in 4h10′32″, alla media di 47.874 Km/h. Ha preceduto di 7″ il connazionale Jelte Krijnsen (Parkhotel Valkenburg) e il francese Christophe Laporte (Team Visma | Lease a Bike). Due italiani in gara: Nicolò Parisini (Q36.5 Pro Cycling Team) 14° a 39″, Edoardo Affini (Team Visma | Lease a Bike) 46° a 4′58″
CRO RACE (Croazia)
Il colombiano Juan Sebastián Molano (UAE Team Emirates) si è imposto nella seconda tappa, Zaravecchia – Novaglia, percorrendo 114.5 Km in 2h16′19″, alla media di 50.397 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Giovanni Lonardi (Team Polti Kometa) e l’australiano Sam Welsford (Red Bull – BORA – hansgrohe). Lonardi è il nuovo leader della classifica con 2″ sul norvegese Alexander Kristoff (Uno-X Mobility) e 6″ sull’australiano Cyrus Monk (Q36.5 Pro Cycling Team)
PETRONAS TOUR DE LANGKAWI (Malesia)
L’olandese Arvid de Kleijn (Tudor Pro Cycling Team) si è imposto nella quarta tappa, Kuala Kubu Bharu – Bentong, percorrendo 131.2 Km in 2h53′37″, alla media di 45.341 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Matteo Malucelli (JCL Team UKYO) e lo spagnolo Manuel Peñalver (Team Polti Kometa). Il britannico Max Poole (Team Dsm-Firmenich PostNL) è ancora leader della classifica con 6″ sull’italiano Thomas Pesenti (JCL Team UKYO) e 11″ sullo spagnolo Unai Iribar (Equipo Kern Pharma)
GRAND PRIX CHANTAL BIYA (Camerun)
Il belga Rutger Wouters (Cycling Vlaanderen) si è imposto nella seconda tappa, Yaounde – Nkolandom, percorrendo 164.9 Km in 3h43′50″, alla media di 44.203 Km/h. Ha preceduto di 18″ i connazionali Wesley Van Dyck (Cycling Vlaanderen) e Wannes Heylen (Cycling Vlaanderen). Nessun italiano in gara. Van Dyck è il nuovo leader della classifica con 1′50″ sull’algerino Yacine Hamza (nazionale algerina) e 7′49″ su Heylen
CRO RACE 2024: LA PRIMA TAPPA È DI KRISTOFF CON MOLTA ITALIA SUL PODIO
La tappa inaugurale della corsa a tappe croata è andata al norvegese Alexander Kristoff. Il portacolori della Uno-X Mobility si è messo alle spalle gli italiani Giovanni Lonardi e Alberto Bruttomesso. Per l’esperto velocista norvegese il successo odierno gli è valso la leadership sia nella classifica generale, sia in quella a punti.
Ha preso il via oggi la CRO Race, corsa a tappe croata articolata su 6 tappe. L’onore di dare le mosse alla manifestazione è toccata alla Vodice – Sinj di 162.5 km, tappa che non presentava particolari difficoltà altimetriche e che, come facilmente ipotizzabile, si è conclusa in volata. Il successo è andato ad una vecchia volpe delle volate, quel Alexander Kristoff (Uno-X Mobility) che, nonostante i 37 anni festeggiati a luglio – non ha perso la voglia di dire la sua nelle volate a ranghi compatti. Alle spalle del norvegese si sono piazzati nell’ordine Giovanni Lonardi (Team Polti Kometa), Alberto Bruttomesso (Bahrain – Victorious), Anders Foldager (Team Jayco AlUla), Elia Viviani (INEOS Grenadiers), Oded Kogut (Israel – Premier Tech), Jordy Bouts (TDT – Unibet Cycling Team), Sam Welsford (Red Bull – BORA – hansgrohe), Javier Serrano (Team Polti Kometa) e Marcin Budziński (Mazowsze Serce Polski) a completare la TopTen. Prime della convulsa volata (alcune ruote veloci (Kristoff fra tutti) erano rimaste senza compagni e quindi si sono industriate a seguire le ruote altrui), la tappa è stata caratterizzata da una fuga a 5 nata intorno ai meno 139. Ad animarla sono stati Jokin Murguialday (Caja Rural), Francisco Muñoz (Polti Kometa), Filip Řeha (ATT Investments), Cyrus Monk (Q36.5 Pro Cycling) e Axel van der Tuuk (Mtec-SOLARWATT). I 5 guadagnano anche un discreto vantaggio prima di vedere il gruzzoletto cominciare a diminuire.
A complicare loro le cose ci si mette anche la sfortuna, quando la bicicletta di Muñoz perde aderenza a causa della ghiaia presente sulla sede stradale, con conseguente caduta che coinvolge anche Řeha (costretto al ritiro) e Murguialday, lasciando i soli Monk e Van der Tuuk a proseguire l’azione. Muñoz e Murguialday, una volta risaliti in sella, riescono a riportarsi sui battistrada, ma ormai il destino della fuga è segnato. Il plotone si è, infatti, organizzato per portare le ruote veloci a giocarsi la prima tappa della CRO Race.
Kristoff, leader delle due classifiche principali (generale e a punti), difenderà la sua leadership già nella seconda giornata di gara, nella quale è in programma la Zaravecchia – Novaglia di 114.5 Km. La tappa presenta un semplice GPM nella prima metà di gara, mentre negli ultimi 25 chilometri si affronteranno la breve salita di Pag e un altro strappetto, quest’ultimo piazzato ai -15 dall’arrivo. Anche in questo caso, è facile immaginare un arrivo a ranghi compatti.
Mario Prato

Kristoff vince la prima tappa della corsa croata (www.ferata.hr)
BINCHE CHIMAY BINCHE, RISPUNTA DE LIE
Arnaud De Lie vince la classica autunnale del pavé davanti a Girmay e Fretin
Classica sul pavé ma in autunno, nella regione della Wallonia belga. La fuga evade presto al mattino, composta da Michiel Coppens (Cofidis), Michael Schwarzmann (Israel-Premier Tech), Iker Mintegi (Euskaltel-Euskadi), Stijn Appel (Beat), Adrien Maire (TDT-Unibet) e Rindert Buiter (VolkerWessels). Il gruppo lascia fare il sestetto al comando, fra i quali non figurano nomi particolarmente pericolosi per le sorti della corsa.
Corsa che per l’appunto rientra a ranghi compatti presto, forse anche troppo, a meno di 50 km dalla conclusione: questo permette nuovi tentativi di fuoriuscita come quello di un buon Alessandro Covi (UAE Team Emirates), seguito dal danese Andreas Stokbro (TDT-Unibet) ai quali successivamente si unisce il connazionale rossocrociato Magnus Cort Nielsen (Uno-X Mobility). I tre procedono spediti ma il gruppo questa volta comprende il pericolo e la qualità del terzetto e non lascia mai più di una manciata di secondi di margine ai battistrada.
È la Alpecin ad incaricarsi delle operazioni di rincorsa e chiusura, con esito positivo quando alla bandiera scacchi mancano 5km: può dunque partire la volata di gruppo per la vittoria finale e il più lesto ad imporsi è un imperioso Arnaud De Lie (Lotto Dstny), davanti a Biniam Girmay (Intermarché-Wanty) e Milan Fretin (Cofidis). Solo quarto il favorito di giornata Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck).
Lorenzo Alessandri

Arnaud De Lie imperioso sul traguardo di Binche. Photo Credit: Getty Images
01-10-2024
ottobre 1, 2024 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
BINCHE – CHIMAY – BINCHE / MÉMORIAL FRANK VANDENBROUCKE
Il belga Arnaud De Lie (Lotto Dstny) si è imposto nella corsa belga, circuito di Binche, percorrendo 198.6 Km in 4h27′42″, alla media di 44.513 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’eritreo Biniam Girmay (Intermarché – Wanty) e il belga Milan Fretin (Cofidis). Miglior italiano Vincenzo Albanese (Arkéa – B&B Hotels), 5°.
BINCHE – CHIMAY – BINCHE POUR DAMES
La britannica Cat Ferguson (Shibden Hopetech Apex) si è imposta nella corsa belga, Chimay – Binche, percorrendo 117 Km in 2h53′31″, alla media di 40.457 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’austriaca Christina Schweinberger (Fenix-Deceuninck) e la finlandese Anniina Ahtosalo (Uno-X Mobility). Miglior italiana Laura Tomasi (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi), 10°.
CRO RACE (Croazia)
Il norvegese Alexander Kristoff (Uno-X Mobility) si è imposto nella prima tappa, Vodice – Sinj, percorrendo 162.5 Km in 3h53′02″, alla media di 41.84 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Giovanni Lonardi (Team Polti Kometa) e Alberto Bruttomesso (Bahrain – Victorious). Kristoff è il primo leader della classifica con 4″ su Lonardi e sull’australiano Cyrus Monk (Q36.5 Pro Cycling Team)
PETRONAS TOUR DE LANGKAWI (Malesia)
Il britannico Max Poole (Team Dsm-Firmenich PostNL) si è imposto nella terza tappa, Taiping – Cameron Highlands, percorrendo 170.3 Km in 4h24′34″, alla media di 38.622 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’ecuadoriano Harold Martín López (Astana Qazaqstan Team) e l’italiano Thomas Pesenti (JCL Team UKYO). Poole è il nuovo leader della classifica con 5″ su López e 6″ su Pesenti.
GRAND PRIX CHANTAL BIYA (Camerun)
L’algerino Yacine Hamza (nazionale algerina) si è imposto nella prima tappa, Nkoteng – Minta, percorrendo 99.4 Km in 2h14′45″, alla media di 44.26 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Wesley Van Dyck (Cycling Vlaanderen) e il francese Guillaume Clement (Team France Défense). Nessun italiano in gara. Hamza è il primo leader della classifica con lo stesso tempo di Van Dyck e Clement
COPPA CITTA’ DI SAN DANIELE
Il norvegese Jørgen Nordhagen (Team Visma | Lease a Bike Development) si è imposto nella corsa italiana, circuito di San Daniele del Friuli, percorrendo 160 Km in 3h37′45″, alla media di 44.087 Km/h. Ha preceduto di 1′33″ l’olandese Menno Huising (Team Visma | Lease a Bike Development) e l’italiano Alessandro Borgo (CTF Victorious)
30-09-2024
settembre 30, 2024 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
PETRONAS TOUR DE LANGKAWI (Malesia)
L’italiano Matteo Malucelli (JCL Team UKYO) si è imposto nella seconda tappa, Arau – Butterworth, percorrendo 154.5 Km in 3h34′58″, alla media di 43.123 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Manuel Peñalver (Team Polti Kometa) e l’olandese Arvid de Kleijn (Tudor Pro Cycling Team). Il russo Gleb Syritsa (Astana Qazaqstan Team) è ancora leader della classifica con 2″ su Malucelli e 4″ sul malesiano Muhammad Nur Aiman Bin Rosli (Terengganu Cycling Team).
ELOGIO DELLA PAZZIA: POGACAR VESTE L’IRIDE
Con un attacco partito a 100 Km dalla conclusione, Tadej Pogacar conquista il campionato mondiale di Zurigo e veste la maglia iridata. Come al solito, gli è bastato prendere qualche metro per involarsi definitivamente verso la vittoria. Lo sloveno percorre gli ultimi 50 km in solitudine e gestisce molto bene anche il momento di difficioltà vissuto tra l’inizio e la metà dell’ultimo giro.
Il titolo del capolavoro di Erasmo da Rotterdam calza a pennello per descrivere l’impresa con la quale il fuoriclasse sloveno va a conquistare il penultimo obbiettivo di una stagione trionfale.
La distanza dalla quale Tadej Pogacar ha lanciato l’attacco decisivo ha dell’incredibile, sia con riferimento alle tattiche del ciclismo moderno, sia in relazione al tipo di gara che non favoriva certo un’idea del genere.
Quando è pertito all’attacco lo sloveno il Belgio e l’Olanda, le formazioni dei più temibili rivali, avevano ancora diversi uomini da utilizzare nell’inseguimento, anche se poi si sono sfladate abbastanza rapidamente.
Remco Evenepoel, che aveva dalla sua parte un percorso adatto alle sue caratteristiche, ha subito una severa lezione, è sembrato molto nervoso ed è rimasto fuori dal podio.
Pogacar ha ricevuto il prezioso aiuto del compagno Jan Tratnik, che lo ha riportato in testa alla corsa mentre non ha ricevuto grande aiuto nei chilometri percorsi in coppia con il francese Pavel Sivakov.
Nell’ultimo giro, quando alle sue spalle si sono accese le polveri, lo sloveno ha perso rapidamente buona parte del vantaggio ed è sembrato comunque abbastanza provato. Nel finale, però, si è ripreso e ha ritrovato energie anche psicolcogiche, favorito dalle schermaglie alle sue spalle di avversari che si erano rassegnati a darsi battaglia per le posizioni più basse del podio.
Quel che è certo è che quest’oggi è andato in scena un grande spettacolo che gli appasionati di ciclsimo non dimenticheranno molto facilmente.
Pogacar ha sinora centrato tutti gli obiettivi di stagione, forse con l’unica eccezione della Sanremo, e si è dimostrato nettamente il più forte sia nelle corse di un giorno, sia nei grandi giri.
I paragoni con Eddy Merckx non possono più essere considerati irriverenti, visto che anche l’obiettivo di vincere nello stesso anno Giro, Tour e Mondiale è stato centrato.
Per quanto riguarda la tattica, come al solito Pogacar ha preso venti metri sugli avversari, che lo hanno rivisto dopo il traguardo. Dopo aver guadagnato in un batter d’occhio venti secondi, lo sloveno ha a lungo viaggiato con un vantaggio stabile che si alzava molto lentamente solo in certi momento del percorso, quando Pogacar cercava di rilanciare il ritmo.
Il problema con il neoiridato è che, quando perdi il contatto visivo risulta poi impossibile andare a ricucire il gap, perché il fuoriclasse sloveno riesce a mantenere un ritmo elevatissimo.
La distanza da cui il neocampione del mondo ha lanciato l’attacco è stata siderale; sinora il record spettava alla Strade Bianche di quest’anno, con l’attacco sferrato sul tratto di Monte Sante Marie a 85 km dalla conclusione, record superato appunto oggi dall’azione lanciata quando mancavano 100 Km tondi tondi e quando tutti ritenevano che l’attacco decisivo sarebbe partito nell’ultimo giro o, al limite, alla penultima tornata.
Il tracciato, molto tortuoso e con vari strappi, sicuramente non era favorevole ai rientri come un tracciato pianeggiante, tuttavia i molti chilometri in solitaria in una corsa di 270 km si sono fatti certamente sentire, tanto che anche Pogacar, nell’ultimo giro, ha accusato un po’ la fatica perdendo molti secondi quando sono partiti gli attacchi per le medaglie.
La corsa parte subito forte e, dopo una consueta fase concitata, si forma una fuga a sei con Silvan Dillier (Svizzera), Luc Wirtgen (Lussemburgo), Piotr Pekala (Polonia), Rui Oliveira (Portogallo) e Tobias Foss (Norvegia); alle loro spalle viaggiavano isolati Marcus Pajur (Estonia), Simon Geschk (Germania) e Roberto Carlos González (Panama), mentre più dietro il gruppo era tirato dalla Slovenia.
In questa prima fase di gara da segnalare i ritiri di Lucian Alaphilippe (Francia), Joao Almeida (Portogallo) e Mikel Landa (Spagna).
Il primo scossone avviene nel terzo giro del circuito, quando partono al contrattacco Jay Vine (Australia), Laurens De Plus (Belgio), Jan Tratnik (Slovenia), Mattia Cattaneo (Italia), Magnus Cort (Danimarca), Pavel Sivakov (Francia), Stephen Williams (Gran Bretagna), Kevin Vermaerke (Stati Uniti), Johannes Staune-Mittet (Norvegia) e Florian Lipowitz (Germania), che raggiungono i battistrada sulla salita della Zürichbergstrasse.
In gruppo c’è un po’ di inquietudine, con alcuni scatti che rendono complesso controllare la corsa ed è a quel punto, ai 100 dall’arrivo, che attacca Pogacar, al quale si accodano Quinn Simmons (USA) e il nostro Andrea Bagioli, che sono però costretti cedere nel giro di pochi minuti. Lo sloveno trova sulla strada Tratnik, nel frattempo staccato dal gruppo di testa per attendere il connazionale. I due si riportano quindi sulla testa della corsa abbastanza agevolmente e l’aiuto di Tratnik permette a Pogacar di tirare il fiato dopo l’allungo per staccare gli avversari.
Nel gruppo di testa, ovviamente, nessuno vuole tirare e quindi è ancora Tratnik a tenere alta l’andatura sino al successivo passaggio sulla Zürichbergstrasse, quando Pogacar dà una ulteriore accelerata staccando tutti, eccetto un pimpante Pavel Sivakov. Il vantaggio sul gruppo, che nel frattempo perde elementi, è di poco inferiore a 40 secondi.
Il ritmo degli uomini di Remco Evenepoel (Belgio) – nello specifico Tim Wellens, Tiesj Benoot e Maxim Van Gils – non è sufficiente perché la coppia davanti continua a guadagnare terreno, cosa che spinge Evenepoel ad accelerare in prima persona. L’unico risultato che ottiene l’olimpionico è quello di polverizzare la propria squadra, evidentemente non all’altezza, e di ridurre il gruppo ad un drappello di uomini che si scattano in faccia senza criterio, favorendo tra l’altro i due di testa, che viaggiano spediti.
Dalla girandola di scatti si avvantaggiano Ben Healy (Irlanda) e Toms Skujins (Lettonia), che riescono a prendere un buon vantaggio sul gruppo e a mantenere un distacco nell’ordine dei 40/50 secondi da Pogacar che, nel frattempo, si è liberato della compagnia di uno stremato Sivakov al penultimo passaggio dalla Zürichbergstrasse, a 50 Km dalla conclusione.
Al passaggio dal traguardo suona la campana dell’ultimo giro con Pogacar che transita con un minuto di vantaggio su Healy e Skujins e 1′27″ su Simmons, Roger Adrià ed Enric Mas (Spagna), Romain Bardet e David Gaudu (Francia), Ben O’Connor (Australia), Marc Hirschi (Svizzera), Mathias Vacek (Repubblica Ceca), Oscar Onley (Gran Bretagna), Bauke Mollema e Mathieu van der Poel (Paesi Bassi), con quest’ultimo che aveva provato invano a riportarsi sulla coppia di contrattaccanti.
Nel corso dell’ultimo giro Pogacar comincia ad accusare la fatica e da dietro si riavvicinano, anche perché inizia la lotta per il podio, con Hirschi che in casa vuole far bella figura e, insieme a Mas, va a chiudere sulla coppia Healy-Skujins. Dietro non ci stanno e così Evenepoel, Van der Poel e O’Connor si riportano sui quattro.
Mentre Pogacar, ripresosi dal momento di difficoltà, viaggia verso la vittoria dietro provano staccarsi a vicenda ed è O’Connor a cogliere l’attimo giusto per aggiudicarsi il secondo gradino del podio a 34 secondi dal vincitore, mentre gli altri se la giocano allo sprint, con Van der Poel che mette la ruota davanti a Skujins ed Evenepoel.
Quest’ultimo è apparso appannato e non solo non ha seguito Pogacar – cosa che in sé poteva starci, visto che lo sloveno è partito da molto distante e la sua azione era obiettivamente molto rischiosa – ma soprattutto non è riuscito mai a mettere in difficoltà gli avversari su un terreno che gli era comunque favorevole; inoltre nel finale è apparso piuttosto stanco, tanto da rimanere fuori dal podio.
Van der Poel, invece, ha conquistato la medaglia di bronzo regolando il gruppetto allo sprint dopo aver provato vari allunghi non andati in porto e dopo aver fallito l’inseguimento solitario lanciato a Skujins ed Healy. In questo senso, comunque, l’olandese può essere soddisfatto perché, nonostante i suoi tentativi falliti, è riuscito a mantenere la lucidità per fare un buon sprint al termine di una gara lunghissima e agguantare l’ultima medaglia a disposizione.
Nella lotta si è inserito molto bene O’Connor che, zitto zitto, è restato con il gruppetto dei più immediati inseguitori ed ai 2000 metri ha trovato l’allungo giusto.
Sono, purtroppo, andati male gli italiani. Mattia Cattaneo si è inserito nella fuga iniziale, Bagioli ha tentato per pochi minuti di seguire Pogacar, mentre Giulio Ciccone ha provato alcuni effimeri allunghi sugli strappi e alla fine è risultato il miglior azzurro, venticinquesimo con un ritardo di 6′36″.
Dopo questa splendida gara e dopo il trittico lombardo che verrà disputato tra il 6 e l’8 ottobre, manca ancora l’ultima monumento della stagione nella quale è prevedibile che il campione del mondo sarà ancora protagonista, avendo vinto le ultime 3 edizioni. Appuntamento dunque per sabato 12 ottobre, quando andrà in scena la 118a edizione del Giro di Lombardia.
Benedetto Ciccarone

Tadej Pogacar arraffa anche il mondiale nella sua fantastica stagione 2024 (Photo by FABRICE COFFRINI/AFP via Getty Images)