BRYAN COQUARD VINCE DI POTENZA A VICTOR HARBOR. BATTUTO PHIL BAUHAUS.
Serve il fotofinish per decretare il vincitore della quarta tappa del Tour Down Under. A Victor Harbor è Bryan Coquard ad avere la meglio su Phil Bauhaus (Team Bahrain Victorious). Domani l’attesissima tappa di Willunga Hill decreterà al 99% il vincitore del TDU 2025
Dopo le prime vere schermaglie tra gli uomini di classifica che hanno rivoluzionato la classifica generale, il Tour Down Under riparte da Glenelg per la quarta tappa – che è anche la più lunga di questa edizione del TDU – con Javier Romo (Team Movistar) in maglia ocra. Un percorso abbastanza vallonato, dove spiccano le salite non impossibili di Parawa Hill e di Nettle Hill, condurrà la corsa fino a Victor Harbor a meno di sorprese torneranno di scena i velocisti. Da Glenelg non partiva Harold Martin Lopez (Team XDS Astana), ritiratosi ieri nel finale della terza tappa dopo una caduta negli ultimi km. Dopo la partenza si segnalava subito un ritmo vivace con continui attacchi. I primi ciclisti a provare la fuga erano Taco van der Hoorn (Team Intermarchè Wanty), Ide Schelling (Team XDS Astana) e Giosué Epis (Team Arkéa B&B Hotels). Al terzetto di testa si univano dopo alcuni km William Junior Lecerf (Team Soudal Quick Step) e Mauro Schmid (Team Jayco AlUla), mentre Jay Vine, leader dell’UAE Team Emirates XRG,+, era coinvolto in una caduta apparentemente senza conseguenze. Schmid vinceva il primo traguardo volante di Snapper Point posto al km 35. Dopo una cinquantina di km il vantaggio dei cinque battistrada era di 1 minuto e 15 secondi sul gruppo maglia ocra tirato dal Team Movistar. Schmid si aggiudicava anche il successivo traguardo volante di Yankalilla posto al km 71.5. All’inizio della salita di Parawa Hill lecerf si rialzava ed attendeva il gruppo. Era Schmid a scollinare in prima posizione. Sul successivo gpm di Nettle Hill, breve ma con pendenze spesso in doppia cifra, Schmid aumentava il ritmo dei battistrada e si avvantaggiava sui compagni di fuga, scollinando ancora in prima posizione. Il ciclista svizzero veniva ripreso a 13 km dalla conclusione da un gruppo forte di una settantina di unità e privo di alcuni velocisti, primo fra tutti Sam Welsford (Team Redbull BORA Hansgrohe). Nella volata ad avere la meglio era Bryan Coquard (Team Cofidis) davanti a Phil Bauhaus (Team Bahrain Victorious) e Jhonatan Narvaez (UAE Team XRG). Chiudevano la top five Liam Walsh (Nazionale Australiana) in quarta posizione e Samuel Watson (Team INEOS Grenadiers) in quinta posizione. La vittoria di Coquard – la cui ultima affermazione risaliva alla seconda tappa del Giro di Svizzera dello scorso anno – arriva al termine di un serrato testa a testa con Bauhaus che per questione di cm deve accontentarsi della piazza d’onore per questioni di cm. Domani la quinta e decisiva tappa con la doppia scalata di Willunga Hill potrà ridisegnare la classifica generale con Romo che dovrà difendere la maglia ocra dagli attacchi che gli verranno inevitabilmente portati.
Antonio Scarfone

Bryan Coquard vince a Victor Harbor (foto: Getty Images)
24-01-2025
gennaio 24, 2025 by Redazione
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SANTOS TOUR DOWN UNDER (Australia)
Il francese Bryan Coquard (Cofidis) si è imposto nella quarta tappa, Glenelg – Victor Harbor, percorrendo 157.2 Km in 3h55′15″, alla media di 40.094 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Phil Bauhaus (Bahrain – Victorious) e l’ecuadoriano Jhonatan Narváez (UAE Team Emirates – XRG). Miglior italiano Francesco Busatto (Intermarché – Wanty), 15°. Lo spagnolo Javier Romo (Movistar Team) è ancora leader della classifica con 4″ su Narváez e 10″ sull’austriaco Patrick Konrad (Lidl – Trek). Miglior italiano Andrea Bagioli (Lidl – Trek), 12° a 15″
CLASSICA CAMP DE MORVEDRE
Lo spagnolo Urko Berrade (Equipo Kern Pharma) si è imposto nella corsa spagnola, circuito di Estivella, percorrendo 178.1 Km in 4h18′31″, alla media di 41.336 Km/h. Ha preceduto di 10″ il francese Nicolas Breuillard (St Michel – Preference Home – Auber93) e il guatemalteco Sergio Geovani Chumil (Burgos Burpellet BH). Miglior italiano Ludovico Crescioli (Team Polti VisitMalta), 8° a 31″
TOUR OF SHARJAH (Emirati Arabi Uniti)
Lo spagnolo Mario Aparicio (Burgos Burpellet BH) si è imposto nella prima tappa, Almajaz Amphitheatre (Sharjah) – Hanging Gardens (Kalba), percorrendo 133.2 Km in 3h09′58″, alla media di 42.071 Km/h. Ha preceduto di 7″ l’italiano Lorenzo Quartucci (Team Solution Tech – Vini Fantini) e il mongolo Jambaljamts Sainbayar (Burgos Burpellet BH). Aparicio è il primo leader della classifica con 9″ su Quartucci e 12″ su Sainbayar
TOUR DE SAHEL (Mauritania)
Il marocchino Driss El Alouani (Agadir Vélo Propulsion) si è imposto nella terza tappa, Atar – Choum, percorrendo 98 Km in 2h38′07″, alla media di 38.706 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Kamal Mahroug (Agadir Vélo Propulsion) e di 9″ l’olandese olandese Bram van Herk (Global Cycling Team). Nessun italiano in gara. L’olandese Stefan Verhoeff (Universe Cycling Team) è ancora leader della classifica con 5″ sullo spagnolo Francisco Mancebo (Al-Raed Saudi Club) e sul marocchino Zouhair Rahil (Sidi Ali – Unlock Team)
ROMO SORPRENDE TUTTI AD URAIDLA. TAPPA E MAGLIA PER LO SPAGNOLO
La terza tappa del TDU si riassume nella bagarre finale con l’impegnativa salita di Knotts Hill, in cui Javier Romo (Team Movistar) attacca e resiste al ritorno degli avversari, andando a vincere la sua prima tappa in carriera di una corsa WT. Romo è anche il nuovo leader in classifica generale e si candida ad un ruolo di vertice per l’attesa tappa di Willunga Hill di dopodomani.
La terza tappa del Tour Down Under parte da Norwood ed arriva ad Uraidla dopo 147.5 km. Si tratta della prima tappa spartiacque del TDU 2025 visto che la doppia ascesa finale di Knotts Hill (2.7 km al 7.8% di pendenza media) vedrà inevitabilmente i pretendenti alla vittoria finale uscire allo scoperto.Sam Welsford (Team Redbull BORA Hansgrohe) dopo le prime due vittorie allo sprint lascerà quasi certamente la maglia ocra. Già dopo la partenza da Norwood la strada saliva verso il primo gpm di Ashton ed erano diversi gli attacchi con il gruppo che iniziava ad allungarsi. In testa alla corsa si portava un quartetto formato da Dries De Pooter (Team Itermarchè Wanty), Connor Swift (Team INEOS Grenadiers), Geoffrey Bouchard (Decathlon AG2R La Mondiale Team) e Fergus Browning (Nazionale Australiana). Swift e Browning si avvantaggiavano nel tratto più duro della salita e l’australiano scollinava in prima posizione sul primo gpm di Ashton posto al km 10. Prima di arrivare al traguardo volante di Echunga Swift si rialzava e prendeva il suo posto Bouchard, così che la nuova coppia di testa era formata dal francese e da Browning. Il ciclista australiano vinceva il primo traguardo volante di Echunga posto al km 39.1. Dopo 60 km il vantaggio dei due battistrada era di 3 minuti sul gruppo inseguitore. Sulla prima ascesa verso Knotts Hill il gruppo maglia ocra si sfaldava progressivamente ed i primi ciclisti ad alzare bandiera bianca erano i velocisti, tra i quali Sam Welsford che certificava in questo modo l’impossibilità di conservare la sua maglia ocra. Era l’UAE Team Emirates XRG a fare l’andatura in testa ed il vantaggio della coppia di testa scendeva rapidamente. Browning riusciva comunque a vincere il primo dei due gpm di Knotts Hill posto al km 106.7. Bouchard si aggiudicava invece il traguardo volante di Uraidla posto al km 112.4. A questo punto nell’avvicinarsi alla seconda scalata di Knotts Hill iniziava la vera e propria bagarre tra gli uomini di classifica o presunti tali. I primi ad attaccare erano Juan Pedro Lopez (Team Lidl Trek), Lewis Askey (Team Groupama FDJ), Ben Zwiehoff (Team Redbull BORA Hansgrohe), Afonso Eulalio (Team Bahrain Victorious) e Marc Soler (UAE Team Emirates XRG). Browning si rialzava a 28 km dal termine mentre tre km dopo anche Bouchard veniva ripreso dal gruppo. Sull’ultima ascesa di Knotts Hill si avvantaggiava un gruppetto di una decina di unità privo però di Stephen Williams (Team Israel Premier Tech), vincitore lo scorso anno e rallentato da una precedente caduta. Tra i ciclisti più attivi nel tratto più impegnativo della salita si segnalavano Oscar Onley (Team Picnic PostNL) e Javier Romo (Team Movistar). Lo spagnolo aumentava la cadenza delle pedalate restando da solo in testa a circa 4 km dall’arrivo. Romo riusciva a mantenere un vantaggio di una decina di secondi sul primo gruppo inseguitore ed andava a vincere sul traguardo di Uraidla con 5 secondi di vantaggio su Jhonatan Narvaez (UAE Team Emirates XRG) e Finn Fisher-Black (Team Redbull BORA Hansgrohe). Chiudevano la top five Albert Whiten Philipsen (Teal Lidl Trek) in quarta posizione e Thomas Gloag (Team Visma Lease a Bike) in quinta posizione mentre primo degli italiani era Andrea Bagioli (Team Lidl Trek) che chiudeva in settima posizione anch’egli a 5 secondi di ritardo da Romo. Il 26enne di Villafranca de los Caballeros, oltre a vincere per la prima volta in in carriera in una corsa WT, guarda adesso tutti dall’alto in basso in classifica generale visto che è la nuova maglia ocra con 8 secondi di vantaggio su Narvaez e 10 secondi di vantaggio su Patrick Konrad (Team Lidl Trek). Domani la quarta tappa da Glenelg a Victor Harbor di 157.2 km presenta un percorso abbastanza vallonato visto che oltre ai due gpm di Parawa Hill e di Nettle Hill, ci sono continui saliscendi specialmente nella parte centrale della tappa, ma a meno di ritmi forsennati che taglierebbero fuori dalla vittoria i velocisti meno resistenti, la naturale previsione porterebbe a pronosticare un arrivo a ranghi più o meno compatti con i velocisti a giocarsi la vittoria di tappa.
Antonio Scarfone

Javier Romo vince ad Uraidla (foto: Getty Images)
23-01-2025
gennaio 23, 2025 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
SANTOS TOUR DOWN UNDER (Australia)
Lo spagnolo Javier Romo (Movistar Team) si è imposto nella terza tappa, Norwood – Uraidla, percorrendo 147.5 Km in 3h46′01″, alla media di 39.156 Km/h. Ha preceduto di 5″ l’ecuadoriano Jhonatan Narváez (UAE Team Emirates – XRG) e il neozelandese Finn Fisher-Black (Red Bull – BORA – hansgrohe). Miglior italiano Andrea Bagioli (Lidl – Trek), 7° a 5″. Romo è il nuovo leader della classifica con 8″ su Narváez e 10″ sull’austriaco Patrick Konrad (Lidl – Trek). Miglior italiano Bagioli, 10° a 15″
TOUR DE SAHEL (Mauritania)
L’olandese Bram van Herk (Global Cycling Team) si è imposto nella seconda tappa, Yaghref – Aoujeft, percorrendo 74 Km in 1h54′57″, alla media di 38.625 Km/h. Ha preceduto di 2″ il marocchino Tarik Chaoufi (Sidi Ali – Unlock Team) e il connazionale Stefan Verhoeff (Universe Cycling Team). Nessun italiano in gara. Verhoeffè il nuovo leader della classifica con 5″ sul marocchino Zouhair Rahil (Sidi Ali – Unlock Team) e 6″ sullo spagnolo Francisco Mancebo (Al-Raed Saudi Club)
A TANUNDA WELSFORD BISSA LA VITTORIA DI IERI E CONSOLIDA LA MAGLIA OCRA
Sam Welsford (Team Redbull BORA Hansgrohe) si impone come l’anno scorso sul consueto traguardo di Tanunda e bissa la vittoria di ieri battendo in volata Tim Torn Teutenberg (Team Lidl Trek) in quarta posizione e Tobias Lund Andresen (Team Picnic PostNL). Domani il finale impegnativo della terza tappa potrebbe riservare sorprese in classifica generale
La seconda tappa del Tour Down Under 2025 parte ed arriva a Tanunda e segue un circuito in cui si dovrà affrontare per tre volte la salita di Menglers Hill dal versante più impegnativo. Sono 2.8 km con pendenza media del 6.6% e l’ultima scalata è prevista a circa 23 km dalla conclusione. In caso di ritmo elevato, la probabile volata potrebbe privarsi di qualche velocista. Sam Welsford (Team Redbull BORA Hansgrohe) parte in maglia ocra e vuole confermarsi su un traguardo che lo ha già visto vincere nel 2024. Le prime fasi della corsa erano caratterizzate da una caduta che coinvolgeva proprio Welsford. Il ciclista australiano riprendeva prontamente la strada nonostante un evidente strappo sul lato destro del pantaloncino. Altri ciclisti caduti ma anche loro senza conseguenze erano Knox James (Soudal Quick-Step), Pascal Eenkhoorn (Team Soudal Quick-Step), Jhonatan Narváez (UAE Team Emirates – XRG), Kelland O’Brien (Team Jayco AlUla), Lukas Nerurkar (EF Education – EasyPost) ed Andrea Bagioli (Team Lidl – Trek). La fuga di giornata si formava prima della scalata sul primo gpm di Menglers Hill grazie all’azione di Fergus Browning (Nazionale Australiana), Georg Zimmermann (Team Intermarchè Wanty) e Patrick Konrad (Team Lidl – Trek). Browning scollinava per primo sul predetto gpm posto al km 8. Konrad si aggiudicava il successivo traguardo volante di Greenock posto al km 31.2. Browning vinceva il secondo traguardo volante di Menglers Hill posto al km 57.3 mentre era Zimmermann a vincere il secondo traguardo volante di Greenock posto al km 80.5. La fuga veniva ripresa a circa 45 km dalla conclusione. Il ritmo aumentava sensibilmente sulla terza ed ultima ascesa di Menglers Hill e Welsford accusava il colpo rimbalzando nelle retrovie del gruppo. Alcuni ciclisti cercavano l’assolo in vista dello scollinamento e tra quelli più attivi si segnalavano Tijmen Graat (Team Visma Lease a Bike), Mauro Schmid e Chris Harper (Team Jayco AlUla), Juan Pedro Lopez (Teal Lidl Trek) e Javier Romo (Team Movistar), quest’ultimo capace di transitare in prima posizione sul gpm. Aiutato dai suoi compagni di squadra, Welsford riusciva a rientrare nel gruppo a 15 km dalla conclusione. A quel punto la Redbull BORA Hasgrohe teneva sotto controllo i tentativi di attacco aumentando il ritmo in testa al gruppo, fiancheggiata anche da uomini dell’INEOS Grenadiers e della Bahrain Victorious. Nella volata finale era ancora Welsford ad imporsi abbastanza nettamente davanti ad Arne Marit (Team Intermarchè Wanty) e Bryan Coquard (Team Cofidis), mentre chiudevano il podio Tim Torn Teutenberg (Team Lidl Trek) in quarta posizione e Tobias Lund Andresen (Team Picnic PostNL) in quinta posizione. Welsford bissa così la vittoria di ieri e aumenta il vantaggio in classifica generale visto che a 14 secondi dall’australiano troviamo Marit e Matthew Brennan (Team Visma Lease a Bike). Domani la terza tappa da Norwood ad Uraidla di 147.5 km potrebbe aprire le danze tra i pretendenti alla vittoria del Tour Down Under. Al di là del gpm di Norton Summit posto dopo soli 9.5 km, sarà il finale ad incidere sull’esito della tappa ed anche sulla classifica generale con la doppia scalata del gpm di Pound Reserve negli ultimi 40 km, con la seconda ed ultima ascesa da affrontare a 6 km dalla conclusione. Welsford a meno di clamorose sorprese dovrebbe perdere la maglia ocra e noi conosceremo i pretendenti alla vittoria finale.
Antonio Scarfone

Sam Welsford vince la seconda tappa di Tanunda (foto: Getty Images)
22-01-2025
gennaio 22, 2025 by Redazione
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SANTOS TOUR DOWN UNDER (Australia)
L’australiano Sam Welsford (Red Bull – BORA – hansgrohe) si è imposto anche nella seconda tappa, circuito di Tanunda, percorrendo 128.8 Km in 3h01′22″, alla media di 42.61 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Arne Marit (Intermarché – Wanty) e il francese Bryan Coquard (Cofidis). Miglior italiano Andrea Raccagni Noviero (Soudal Quick-Step), 12°. Welsford è ancora leader della classifica con 14″ su Marit e sul britannico Matthew Brennan (Team Visma | Lease a Bike). Miglior italiano Raccagni Noviero, 17° a 20″
TOUR DE SAHEL (Mauritania)
Lo spagnolo Francisco Mancebo (Al-Raed Saudi Club) si è imposto nella prima tappa, Bourjeimatt – Akjoujt, percorrendo 109 Km in 2h27′29″, alla media di 44.344 Km/h. Ha preceduto allo sprint il marocchino Ibrahim Essabahy (Agadir Vélo Propulsion) e il tedesco Leo Charrois (Embrace The World). Nessun italiano in gara. Mancebo è il primo leader della classifica con lo stesso tempo di Essabahy e Charrois
SAM WELSFORD NON TRADISCE A CASA SUA. TAPPA E MAGLIA NELLA PRIMA GIORNATA DEL TOUR DOWN UNDER 2025
Sam Welsford (Team Redbull Bora Hansgrohe) vince in volata la prima tappa del Tour Down Under 2025 grazie allo strapotere nella volata di Gumeracha. L’australiano batte con facilità Matthew Brennan (Team Visma Lease a Bike) e Matthew Walls (Team Groupama FDJ) indossando la prima maglia ocra della breve corsa australiana
Il Tour Down Under apre come di consueto la stagione 2025 vera e propria per i professionisti e racchiude in sei tappe una varietà di percorsi dove velocisti, scalatori e finisseur possono tutti dire la loro. La tappa clou per la classifica generale sarà la quinta, quando la doppia scalata di Willunga Hill deciderà al 99% il vincitore del TDU. I ciclisti australiani tengono particolarmente a questa corsa ma Stephen Williams (Team Israel Premier Tech) proverà a bissare il successo dello scorso anno. La prima tappa è come sempre riservata ai velocisti. Si parte da Prospect e si arriva a Gumeracha dopo 150.7 km. Dopo una prima parte complessivamente pianeggiante, nella quale spicca la facile salita Kangaroo Creek Reservoir, si entrerà nel circuito finale intorno al km 65, dove la doppia ascesa dell’altrettanto facile salita di Berry Hill Climb farà da antipasto al più che probabile sprint finale. Ai nastri di partenza non comparivano Miles Scotson (Arkéa – B&B Hotels) e Manlio Moro (Team Movistar), quest’ultimo fermato da una spalla dolorante dopo la caduta nelle fasi conclusive del Villawood Men’s Classic, breve corsa di 55 km che anticipa il Tour Down Under. Dopo circa due km dalla partenza evadeva la prima fuga del TDU e del 2025 grazie all’azione di tre ciclisti ovvero Bastien Tronchon (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Zac Marriage e Fergus Browning (Nazionale Australiana). Proprio quest’ultimo si aggiudicava il gpm di Kangaroo Creek Reservoir posto al km 11.3. Tronchon vinceva il primo traguardo volante di Williamstown posto al km 40.9, dopodichè il ciclista francese si rialzava attendendo il gruppo inseguitore. Una volta entrati nel circuito finale il gruppo iniziava ad imprimere un ritmo più sostenuto. Browning intanto si aggiudicava il primo gpm di Berry Hill Climb posto al km 77.9. Era invece Marriage ad imporsi sul traguardo volante di Birdwood posto al km 100.5. A meno di 50 km dalla conclusione il vantaggio della coppia di testa era sceso a 2 minuti. Browning transitava in prima posizione anche sul secondo gpm di Berry Hill Climb posto al km 121.1. Dopo una decisa accelerazione del gruppo, nella quale le squadre dei velocisti avevano ormai preso in mano la situazione, la fuga veniva ripresa a 23 km dall’arrivo. La corsa offriva un ultimo brivido prima della volata finale a poco meno di 3 km dalla conclusione, quando una caduta, coinvolgeva sette ciclisti tra cui Luke Durbridge (Team Jayco AlUla), neo campione australiano su strada, e Giosuè Epis (Arkéa – B&B Hotels). Tra i ciclisti coinvolti ad avere la peggio era Dylan van Baarle (Team Visma Lease a Bike), che subiva una frattura della clavicola ed era così costretto al ritiro. Nella volata conclusiva il Team Red Bull Bora Hansgrohe guidava alla perfezione Sam Welsford, favorito della vigilia, che vinceva con apparente facilità davanti a Matthew Brennan (Team Visma Lease a Bike) e Matthew Walls (Team Groupama FDJ). Chiudevano la top five Tim Torn Teutenberg (Team Lidl – Trek) in quarta posizione e Ben Swift (Team INEOS Grenadiers) in quinta posizione. Jacopo Mosca (Team Lidl – Trek), giunto in decima posizione, era il primo ciclista italiano all’arrivo. Welsford inizia col botto la sua stagione, vincendo la sua prima corsa ufficiale, visto che le altre tre vittorie in due Criterium e alla già citata Villawood Men’s Classic non fanno testo. L’australiano è anche il primo indossatore della maglia ocra, distanziando Brennan e Marriage rispettivamente di 4 e di 5 secondi in classifica generale. Domani la seconda tappa da Tanunda a Tanunda di 128.8 km dovrebbe essere un po’ più movimentata di quella odierna visto che la triplice scalata di Menglers Hill – 2.8 km al 6.6% di pendenza media – potrebbe tagliare fuori i velocisti puri. Gente come Jhonatan Narváez (UAE Team Emirates – XRG), che oggi ha già racimolato un secondo d’abbuono, potrebbe fare un pensierino per cercare di scakare la classifica e di essere tra i protagonisti come già avvenuto nel 2024.
Antonio Scarfone

Sam Welsford vince la prima tappa del Tour Down Under 2025 (foto: Getty Images)
21-01-2025
gennaio 21, 2025 by Redazione
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SANTOS TOUR DOWN UNDER (Australia)
L’australiano Sam Welsford (Red Bull – BORA – hansgrohe) si è imposto nella prima tappa, Prospect – Gumeracha, percorrendo 150.7 Km in 3h26′38″, alla media di 43.759 Km/h. Ha preceduto allo sprint i britannici Matthew Brennan (Team Visma | Lease a Bike) e Matthew Walls (Groupama – FDJ). Miglior italiano Jacopo Mosca (Lidl – Trek), 10°. Welsford è il primo leader della classifica con 4″ Brennan e 5″ sul connazionale Zac Marriage (nazionale australiana). Miglior italiano Mosca, 14° a 10″
GENNAIO 2025, IL DADO È TRATTO
gennaio 20, 2025 by Redazione
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Finito il letargo invernale (ma è stato vero letargo? Non proprio, come avrete modo di leggere) arriva il momento del risveglio ciclistico. A metà gennaio in Australia sarà ufficialmente inaugurato il calendario World Tour con il Santos Tour Down Under, corsa che tirerà idealmente la volata alle prime gare europee, in programma sulle strade spagnole della Comunità Valenciana e dell’isola di Maiorca. Infine, il primo mese dell’anno si concluderà con un tuffo nei deserti dell’Arabia Saudita.
La stagione 2025 del ciclismo si appresta a ripartire. Anzi no, a ben guardare è ripartita da un pezzo se consideriamo che per l’Unione Ciclista Internazionale le corse successive al 20 ottobre 2024 – giorno nel quale si sono disputati la Veneto Classic e la Japan Cup – già appartengono al calendario del 2025 nonostante fisicamente si disputino negli ultimi mesi dell’anno precedente. Così tra la seconda metà di ottobre e Natale la programmazione della stagione successiva ha previsto lo svolgimento di alcuni campionati nazionali di stati esotici (come l’India, per esempio) e di otto corse, due delle quali sono state però annullate, il Tour de Okinawa in Giappone (10 novembre) per un’alluvione e il Tour du Faso in Africa (25 ottobre – 3 novembre), dove si è in realtà gareggiato e dove si è imposto il marocchino Mohcine Al Kouraji, vittoria che non è stata omologata dall’UCI dopo che la corsa era stata cancellata d’ufficio dal calendario a causa della presenza di una squadra russa, che non aveva ottenuto dal “governo centrale” del ciclismo il permesso di gareggiare per via della guerra contro l’Ucraina. Negli stessi giorni della corsa africana si è svolta la Vuelta Ciclistica Internacional a Guatemala, terminata con il successo del colombiano Fabian Robinson Lopez. Nei primi tre giorni di novembre in Brasile è andato in scena il Tour do Rio, che ha visto l’affermazione finale di un altro corridore proveniente dalla Colombia, Sergio Henao, poi è stata la volta della Vuelta Ciclística al Ecuador, della quale si sono disputate prima la gara maschile (11-17 novembre) e successivamente quella femminile (21-24 novembre), rispettivamente vinte dai corridore di casa Richard Huera e dalla sua connazionale Esther Jessica Galarza. Si è trattato di gare, come tutte quelle disputate nell’ultimo scampolo del 2024, lontane dai riflettori del grande ciclismo, prive di grandi nomi al via e con la totale assenza di corridori italiani. Così è stato anche per il Tour de Siak in Indonesia (6-8 dicembre), conquistato dal neozelandese Jack Drage, e per la Vuelta Ciclista Internacional a Costa Rica (13-22 dicembre), terminata tre giorni primi di Natale con il successo del corridore di casa Luis Daniel Oses. Dopo le feste si è ripreso a gareggiare tra l’8 e il 12 dicembre, quando si sono svolti a Perth i campionati nazionali australiani con l’assegnazione di 11 titoli, il più prestigioso dei quali conquistato da Luke Durbridge, che ha così interrotto il dominio in questa gara di Luke Plapp, impostosi consecutivamente nelle ultime tre edizioni e secondo stavolta per soli 5”.
Con la cancellazione della New Zealand Cycle Classic, saltata per questioni economiche, la prima corsa a tappe della stagione 2025 disputata nell’anno nuovo sarà la Vuelta al Táchira en Bicicleta (12-19 gennaio), ma anche la gara venezuelana sarà una parente stretta di quelle organizzate negli ultimi mesi del 2024. Non bisognerà attendere molto per vedere per la prima volta scendere in campo i corridori delle formazioni più quotate poiché poco dopo la metà del mese prenderà il via la prima delle corse iscritte al calendario World Tour, la “serie A” delle corse ciclistiche, la 25a edizione del Santos Tour Down Under (21-26 gennaio), probabilmente l’ultima a essere disputata in questa fase della stagione perché l’UCI sta meditando di spostarla già dal 2026 a ottobre, in modo da evitare le alte temperature tipiche dell’estate. Si gareggia, infatti, sulle strade dell’Australia Meridionale, nell’emisfero opposto al nostro, dove la colonnina di mercurio in questo periodo dell’anno spesso supera i 30 gradi. Sei le tappe previste, cominciando con quella che in 151 Km condurrà da Prospect a Gumeracha, frazione che non dovrebbe sfuggire alle ruote dei velocisti, a cui favore giocano i 30 Km che si dovranno percorrere per andare al traguardo dopo aver superato per la seconda e ultima volta la salita di Berry Hill (1.5 Km al 6.6%). Si può applicare lo stesso discorso anche alla tappa successiva, disegnata per poco meno di 130 Km in circuito attorno a Tanunda e che prevede la triplice ascensione a Mengler Hills (2.8 Km al 6.6%), con l’ultimo scollinamento stavolta fissato a circa 22 Km dalla linea d’arrivo. Fuori dalla portata degli sprinter, invece, sarà sicuramente la terza tappa, che prenderà le mosse da Norwood per concludersi 147 Km più avanti a Uraidla, traguardo che sarà preceduto di 6 Km dalla cima dell’ascesa alla Pound Reserve, 2700 metri al 7.8% di pendenza media. Il vento – con tutti i rischi connessi all’apertura dei temuti “ventagli”, le fratture in seno al gruppo nelle quali si possono perdere parecchi minuti – potrebbe essere uno degli ingredienti della quarta tappa, 157 Km per andare da Glenelg a Victor Harbor costeggiando per ampi tratti l’Oceano Indiano e affrontando un percorso collinare movimentato da diversi saliscendi e due Gran Premi della Montagna, l’ultimo dei quali – piazzato a circa 22 Km dall’arrivo – prevede 1800 metri in ascesa all’8.7%, con un muretto finale di 300 metri all’11.2%. Si correrà a questo punto la tappa più impegnativa che, dopo il via da McLaren Vale, ha in serbo 146 Km più avanti il tradizionale arrivo in salita a Willunga Hill, al termine di una salita di 3.3 Km al 7.4% che dovrà essere presa di petto due volte negli ultimi 23 Km. Sarà il penultimo atto della corsa australiana, che terminerà ventiquattrore più tardi sulle strade di Adelaide, teatro di un circuito cittadino di 90 Km quasi del tutto pianeggiante.
Il 24 gennaio sarà il primo giorno di scuola sulle strade europee, data nella quale si disputerà in Spagna la prima edizione della Classica Camp de Morvedre, corsa di un giorno che in realtà riprende il discorso dell’omonima “vuelta” organizzata per otto stagioni tra il 1982 al 1989 e che era stata nobilitata dalle partecipazioni di corridori del calibro di Miguel Indurain, Greg LeMond e Bernard Hinault: si tratterà di un debutto coi fiocchi perché saranno previsti due passaggi sulla difficile salita all’Alto del Garbì (6.3 Km al 6.4% che contengono un muro di 1500 metri al 13%), ascesa che il gruppo già conosce perché lo scorso anno è stata inserita nel tracciato della Volta a la Comunitat Valenciana, mentre nel 2017 fu affrontata durante la tappa di Sagunto del Giro di Spagna.
Proposta per la prima volta dodici mesi fa, il giorno successivo si correrà la seconda edizione della Ruta de la Cerámica – Gran Premio Castellón, che si snoderà tra le medesime località – Castellón de la Plana e Onda – sulle quali si gareggiò lo scorso anno, quando questa corsa fu tenuta a battesimo dallo sprinter australiano Michael Matthews.
A chiudere questo trittico iberico sarà la 41a edizione della Clàssica Comunitat Valenciana 1969 – Gran Premi València, 184 Km e quasi nessuna opportunità per i velocisti perché a una decina di chilometri dal traguardo di La Nucia si dovrà affrontare la breve ma ripida salita dell’Alto de Turrón Duro (3.5 Km al 9,5% con un picco del 18%).
Non terminerà qui la parentesi spagnola d’inizio stagione poiché dal 29 gennaio al 2 febbraio andrà in scena la 34a edizione del Challenge Ciclista Mallorca, corsa composta da 5 “trofei” che valgono come gare di un giorno, non essendo previste nè una classifica generale, nè l’obbligo di partecipazione a tutte le gare. Si comincerà con il 24° Trofeo Calvià, quasi 150 Km disegnati sulle alture circostanti Palmanova, località situata presso l’estremità occidentale dell’isola di Maiorca, con un tracciato reso vallonato da una dozzina abbondante di brevi e non troppo complicate ascese, le più rilevanti delle quali sono il Coll de Sóller (8.5 Km al 5.5%) e quella di Valldemossa (4.1 Km al 5.8%). Un percorso decisamente più semplice sarà offerto dal 18° Trofeo Ses Salines – Colònia Sant Jordi, 184 Km e dislivelli quasi impalpabili per la gioia dei velocisti, i quali nelle due giornate successive dovranno lasciare il palcoscenico ai corridori più quotati al via della corsa maiorchina. È, infatti, arrivato il momento di confrontarsi con la “Cima Coppi” delle Baleari, l’ascesa al Puig Major (891 m), che sarà la grande protagonista dei tracciati dei prossimi due trofei, inserita per la prima volta dal versante più agevole (4.7 Km al 5.5%) nel mezzo del 19° Trofeo Serra de Tramuntana , 151 Km da Lluc a Selva che prevedono anche il ritorno sul Coll de Sóller, già affrontato il primo giorno, e un muretto di 500 metri scarsi al 9.5% per andare al traguardo. Si farà il bis con il Puig Major ventiquattrore più tardi, quando la più esigente delle cinque gare, il 22° Trofeo Andratx – Mirador des Colomer, lo proporrà stavolta dal versante più impegnativo (14.6 Km al 6%), in cima al quale si scollinerà a 48 Km da quello che sarà anche l’unico arrivo in salita del challenge, ai 204 metri del Mirador des Colomer, dopo 3.3 Km d’ascesa al 5.8%. Il giorno dopo farà calare il sipario su questa competizione la ventiduesima edizione del Trofeo Palma, che si disputerà sul medesimo tracciato visto nelle ultime due stagioni, quasi del tutto sgombro di difficoltà altimetriche nel tratto che precede l’ingresso del pianeggiante circuito finale, tradizionalmente disegnato sul lungomare di Palma di Maiorca.
Mentre sarà in corso di svolgimento la corsa iberica a più di 3000 Km di distanza si disputerà tra i deserti dell’Arabia Saudita, con l’organizzazione tecnica dello stesso team del Tour de France, la quinta edizione dell’AlUla Tour (28 gennaio – 1 febbraio), che prenderà la mosse dalla stesso traguardo sul quale era terminata la prima tappa lo scorso anno, quello dell’Al Manshiya Train Station di AlUla, alla quale si tornerà dopo aver percorso i primi 143 Km, prevalentemente pianeggianti e favorevoli, di conseguenza, ai velocisti (dodici mesi fa la frazione d’apertura si risolse in un volatone di una novantina di corridori). Due saranno le tappe “chiave” e la seconda è programmata al secondo giorno quando si partirà dall’Old Town di AlUla alla volta della Bir Jaydah Mountain Wirkah, che passerà alla storia del ciclismo come il primo arrivo in salita della storia della giovane corsa araba: l’arrivo sarà collocato a 923 metri di quota dopo aver ripetuto per tre volte la breve ma ripida salita che conduce al traguardo, 2.8 Km al 9.8% con connotati di vero e proprio muro nei 1000 metri al 16.6% che termineranno in vista della linea d’arrivo. Si tornerà in pianura per la terza frazione, che scatterà dal sito UNESCO di Hegra per percorrere 181 Km (sarà la tappa più lunga) in direzione del forte di Tayma, poi si vivrà l’altra tappa decisiva, per la quale è stata scelta come sede di partenza la spettacolare Maraya, sala da concerti dalle pareti esterne a specchio sulle quali si riflettono il deserto e le montagne circostanti. 141 Km più avanti il traguardo sarà collocato presso il non meno suggestivo belvedere dell’Harrat Uwayrid, dove la linea d’arrivo sarà stesa a 1200 metri di quota, 8 Km dopo aver superato la cima di un’ascesa priva di nome proprio ma non certo di carattere, per via delle pendenze dei suoi 3 Km (12% la media, 22% la massima), inclinazioni che le hanno fatto meritare il soprannome di Angliru d’Arabia: a differenza dell’ascesa diretta alla Bir Jaydah Mountain, non si tratta di una novità perché dal 2022 è una presenza fissa di questa corsa, che qui ha visto imporsi in ordine cronologico il belga Maxim Van Gils, il portoghese Ruben Guerreiro e il britannico Simon Yates, tutti e tre poi andati anche a prendersi la classifica finale. Quest’anno, però, bisognerà prestare particolare attenzione alla conclusiva tappa perché il pianeggiante tracciato che condurrà all’approdo finale, fissato presso AlUla Camel Cup Track, si snoderà attraverso i deserti di una delle zone più ventose dell’Arabia, dove i corridori potrebbero trovarsi a fare i conti non solo con i paventati “ventagli” ma anche incappare in fastidiose tempeste di sabbia, che in passato spesso crearono non poco problemi durante lo scomparso Tour of Qatar.
Il dado è tratto, la stagione è lanciata.
Buon lavoro a tutti i corridori.
Buon divertimento a tutti gli appassionati
Mauro Facoltosi
I SITI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO
Santos Tour Down Under
Ruta de la Cerámica – Gran Premio Castellón
Clàssica Comunitat Valenciana 1969 – Gran Premi València
https://voltalamarina.com/classica-comunitat-valenciana-1969-gran-premio-valencia
Challenge Ciclista Mallorca
https://vueltamallorca.com/challenge-mallorca/en/home/
AlUla Tour

Il Puig Major, massima elevazione dell'isola di Maiorca (epicroadrides.com)
19-01-2025
gennaio 19, 2025 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
SANTOS TOUR DOWN UNDER DONNE (Australia)
La statunitense Chloé Dygert (CANYON//SRAM zondacrypto) si è imposta nella terza ed ultima tappa, circuito di Stirling, percorrendo 105.9 Km in 2h53′29″, alla media di 36.626 Km/h. Ha preceduto di 1″ l’olandese Silke Smulders (Liv AlUla Jayco) e l’elvetica Noemi Rüegg (EF Education-Oatly). Miglior italiana Erica Magnaldi
(UAE Team ADQ), 17° a 8″. La Rüegg si impone in classifica con 13″ sulla Smulders e 37″ sulla norvegese Mie Bjørndal Ottestad (Uno-X Mobility). Miglior italiana Eleonora Ciabocco (Team Picnic PostNL), 16° a 1′36″
VUELTA AL TÁCHIRA EN BICICLETA (Venezuela)
Il colombiano Brandon Alejandro Rojas (nazionale colombiana) si è imposto nell’ottava ed ultima tappa, circuito di San Cristóbal, percorrendo 117 Km in 2h42′35″, alla media di 43.178 Km/h. Ha preceduto di 3″ il connazionale Jeferson Armando Ruiz (nazionale colombiana) e di 4″ il venezuelano Kevin Roa (Indet Cricket BDV Gran Misión Vivienda) Nessun italiano in gara. Il venezuelano Eduin Becerra (Team Trululu) si impone in classifica con 22″ sul connazionale Jorge Abreu (Multimarcas MU Training B Plaza F Arroz) e 1′05″ sul connazionale José Alarcon (Gobernación Trujillo – MPP Comercio)