ÉTOILE DE BESSÈGES: SPRINT VINCENTE DI SØREN WÆRENSKJOLD A MARGUERITTES
La seconda tappa dell’Étoile de Bessèges è andata a Søren Wærenskjold che ha regolato Démare e Magnier che mantiene la maglia di leader della classifica
La seconda tappa dell’Étoile de Bessèges – Tour du Gard, la Domessargues – Marguerittes di 166 Km, è andata al norvegese della Uno-X Mobility Søren Wærenskjold. Sono saliti sul podio di giornata il francese Arnaud Démare (Arkéa – B&B Hotels) e il leader della classifica Paul Magnier (Soudal Quick-Step), che grazie al piazzamento rinforza la sua leadership anche in quelle a punti e dei giovani. Completano la TopTen di giornata Jordi Meeus (Red Bull – BORA – hansgrohe), Axel Laurance (INEOS Grenadiers), Paul Penhoët (Groupama – FDJ), Madis Mihkels (EF Education – EasyPost), Sandy Dujardin (Team TotalEnergies), Sam Bennett (Decathlon AG2R La Mondiale Team) e Axel Huens (Unibet Tietema Rockets). Per l’Italia da segnalare i piazzamenti di Giacomo Villa (Wagner Bazin WB), 19°, e di Marco Tizza (Wagner Bazin WB), 23°.
Durante lo svolgimento della volata finale si è registrata la caduta dello spagnolo Marc Brustenga (Equipo Kern Pharma) che ha tagliato il traguardo a piedi con la bicicletta in spalla.
La tappa odierna, caratterizzata dai doppi passaggi sulle “côtes” di Montagnac e Cabrières, è stata animata dalla classica fuga di giornata, iniziata dopo un paio di chilometri dal via e terminata in vista del finale. A promuoverla sono stati due dei protagonisti del tentativo di ieri, ovvero il leader della classifica dei GPM Axandre Van Petegem (Wagner Bazin WB) e Victor Vercouillie (Team Flanders – Baloise). Ai due si sono prontamente aggiunti Louis Kitzki (Alpecin-Deceuninck Development Team), Maël Guégan (CIC – U – Nantes) e Yohann Simon (St Michel – Preference Home – Auber93). I cinque sono stati “al vento” per la quasi totalità della tappa, ma le squadre dei velocisti non sono avvezze a regalare nulla e anche oggi non si sono fatte mancare l’occasione di lanciare verso il successo i loro sprinter.
Domani è in programma la terza tappa, che si correrà in circuito per 164 Km attorno a Bessèges, su di un tracciato vallonato e caratterizzato da sei Gran Premi della Montagna da affrontare. Precisamente i ciclisti in gara affronteranno per tre volte il Col de Brousses, per due volte il Col de Trélis e una sola volta la Côte de Méjannes-le-Clap.
Mario Prato

Wærenskjold ad un passo dalla vittoria nella seconda tappa dell'Étoile de Bessèges (Getty Images)
06-02-2025
febbraio 6, 2025 by Redazione
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VOLTA A LA COMUNITAT VALENCIANA
Il colombiano Santiago Buitrago (Bahrain – Victorious) si è imposto nella seconda tappa, La Nucía – Benifato (Font de Partegat), percorrendo 166 Km in 4h07′54″, alla media di 40.177 Km/h. Ha preceduto di 9″ lo spagnolo Pello Bilbao (Bahrain – Victorious) e di 13″ il portoghese João Almeida (UAE Team Emirates – XRG). Miglior italiano Davide Piganzoli (Team Polti VisitMalta), 12° a 2′51″. Il ceco Mathias Vacek (Lidl – Trek) è ancora leader della classifica 2″ su Almeida e 5″ su Buitrago. Miglior italiano Piganzoli, 12° a 2′26″
ÉTOILE DE BESSÈGES – TOUR DU GARD
Il norvegese Søren Wærenskjold (Uno-X Mobility) si è imposto nella seconda tappa, Domessargues – Marguerittes, percorrendo 165.8 Km in 3h57′54″, alla media di 41.823 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Arnaud Démare (Arkéa – B&B Hotels) e Paul Magnier (Soudal Quick-Step). Miglior italiano Giacomo Villa (Wagner Bazin WB), 19°. Magnier è il nuovo leader della classifica con 8″ sul belga Jordi Meeus (Red Bull – BORA – hansgrohe) e 10″ sull’olandese Marijn van den Berg (EF Education – EasyPost). Miglior italiano Marco Tizza (Wagner Bazin WB), 27° a 24″
UAE TOUR WOMEN (Emirati Arabi Uniti)
L’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) si è imposta nella prima tappa, Dubai Police Officer’s Club – Dubai Harbour, percorrendo 149 Km in 3h57′37″, alla media di 37.624 Km/h. Ha preceduto allo sprint le connazionali Charlotte Kool (Team Picnic PostN) e Nienke Veenhoven (Team Visma | Lease a Bike). Miglior italiana Rachele Barbieri (Team Picnic PostN), 5°. La Wiebes è il la prima leader della classifica con 4″ sulla Kool e 6″ sulla Veenhoven. Miglior italiana Cristina Tonetti (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi), 4° a 6″.
BUITRAGO VINCE SULL’ALTO DE PARTEGAT. VACEK RESISTE IN MAGLIA AMARILLO
Santiago Buitrago (Team Bahrain Victorious) spiana la salita conclusiva della seconda tappa della Volta Valenciana, con pendenze in doppia cifra negli ultimi 2 km, ottenendo così la prima vittoria stagionale. Mathias Vacek (Team Lidl Trek) conserva la maglia amarillo per soli 2 secondi su Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG)
La seconda tappa della Volta a la Comunitat Valenciana parte da La Nucía e termina a Benifato dopo 166 km. I primi tre quarti della tappa non presentano difficoltà altimetriche di rilievo ma il discorso cambierà negli ultimi 60 km quando i ciclisti dovranno affrontare i tre gpm categorizzati del Coll de Rates, di Benimantell e dell’Alto de Partegat. Soprattutto l’ultimo, un prima categoria di oltre 4 km al 9.5% di pendenza media, sul quale tra l’altro è posta la linea d’arrivo, servirà a definire meglio la classifica generale ed a capire chi sono i veri capitani di ciascuna squadra dopo la cronosquadre di ieri. Il Team Lidl-Trek parte con un po’ di vantaggio visto l’exploit di ieri e ben cinque suoi ciclisti nella top five della generale. Vedremo inoltre quali e quante squadre attaccheranno la Lidl – Trek in un finale adattissimo a colpi di mano e attacchi a sorpresa. Mathias Vacek (Team Lidl – Trek) deve difendere la maglia amarillo appena conquistata e vedremo se avrà le potenzialità per essere un uomo di classifica vero e proprio. La fuga di giornata partiva dopo una decina di km ed era formata da cinque ciclisti ovvero Matyáš Kopecky (Team Novo Nordisk), Sinuhé Fernandez (Team Burgos Burpellet BH), Quentin Bezza (Team Wagner Bazin WB), Samuele Zoccarato (Team Polti VisitMalta) e Vicente Rojas (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Dopo 60 km il quintetto di testa aveva 3 minuti e 10 secondi di vantaggio sul gruppo della maglia amarillo tirato dagli uomini della Lidl – Trek. Kopecky si aggiudicava il primo traguardo volante di Altea posto al km 89.3. A 60 km dalla conclusione il vantaggio della fuga era salito a 4 minuti e 30 secondi. All’inizio della scalata del Coll d Rates, primo dei tre gpm in programma, il vantaggio della fuga era sceso a 4 minuti. Kopecki scollinava per primo sul gpm del Colle de Rates ma il gruppo tirato dagli uomini dell’UAE Team Emirates XRG era sempre più minaccioso alle spalle dei fuggitivi. La fuga veniva ripresa definitivamente a 24 km dalla conclusione. A 17 km dall’arrivo Tobias Foss (Team INEOS Grenadiers) rompeva gli indugi e attaccava. Il norvegese scollinava in prima posizione sul gpm di Benimantell posto al km 156.3 ma alle sue spalle il gruppo, ridotto ad una dozzina di unità, lo teneva nel mirino. Tra i più attivi si segnalavano gli uomini del Team Movistar e del Team Bahrain Victorious. I primi a portarsi concretamente all’inseguimento di Foss erano Ivan Romeo (Team Movistar) e Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious), finchè non lo raggiungevano a poco meno di 7 km dalla conclusione. Bilbao aumentava il ritmo sull’ultimo gpm ed in vista del traguardo restava da solo in testa. Alle sue spalle il compagno di squadra Santiago Buitrago accelerava a sua volta raggiungendo Bilbao a 400 metri dall’arrivo, nel tratto più duro. Il colombiano restava da solo in testa ed andava a vincere con 9 secondi di vantaggio su Bilbao e 13 secondi di vantaggio su Joao Almeida (UAE team Emirates XRG), Chiudevano la top five Jefferson Alveiro Cepeda (Team Movistar) e Thymen Arensman (Team INEOS Grenadiers) in quarta e quinta posizione a 21 secondi di ritardo da Buitrago. La maglia amarillo Vacek era soltanto tredicesimo a 57 secondi di ritardo da Buitrago. Per il cilclista colombiano è la prima vittoria stagionale e fa un bel balzo in classifica generale visto che adesso occupa la terza posizione con 5 secondi di ritardo da Vacek. Secondo è invece Almeida a 2 secondi di ritardo da Vacek. Domani è in programma la terza tappa da Algemesí ad Alpuente di 180.3 km. Le difficoltà principali si trovano nella parte centrale e finale della tappa. L’Alto de Alcublas e l’Alto Peñas de Dios inizieranno a mettere fatica nelle gambe dei ciclisti fino al terzo gpm di El Remedio, lungo 7.9 km con una pendenza media del 6.5%. Gli ultimi 25 km vallonati saranno corsi a tutta da un gruppo verosimilmente molto frazionato e con i big di classifica a scatenare la bagarre per conquistare la maglia amarillo, anche se il Vacek visto oggi non mollerà facilmente.
Antonio Scarfone

Santiago Buitrago vince sull'ALto de Partegat (foto: Getty Images)
A PAUL MAGNIER LA PRIMA TAPPA DELL’ÉTOILE DE BESSÈGES
Paul Magnier, francese della Soudal Quick-Step, al debutto stagionale, si è aggiudicato la prima tappa dell’Étoile de Bessèges – Tour du Gard. Sul podio di giornata Meeus e Van Den Berg.
Vittorioso debutto stagionale per il francese Paul Magnier. Il francese della Soudal Quick-Step si è imposto nella tappa d’apertura dell’Étoile de Bessèges – Tour du Gard, disputata in circuito attorno a Bellegarde. Alle sue spalle si sono piazzati Jordi Meeus (Red Bull – BORA – hansgrohe), Marijn van den Berg (EF Education – EasyPost), Maxim Van Gils (Red Bull – BORA – hansgrohe), Timo Kielich (Alpecin – Deceuninck), Sandy Dujardin (Team TotalEnergies), Arnaud De Lie (Lotto), Jan Tratnik (Red Bull – BORA – hansgrohe), Axel Laurance (INEOS Grenadiers), mentre chiude la TopTen Lukáš Kubiš (Unibet Tietema Rockets). Il successo odierno vale per il francese la leadership in ben tre classifiche, la generale, quella a punti e quella dei giovani.
La fuga di giornata che ha animato buona parte della giornata è stata portata avanti da Axandre Van Petegem (Wagner Bazin WB), primo Leader della Classifica dei GpM, Victor Vercouillie (Flanders – Baloise), Célestin Guillon (Van Rysel Roubaix) e Axel Mariault (CIC – U – Nantes). I quattro, capaci di raggiungere un vantaggio massimo superiore ai sei minuti, sono stati ripresi quando al traguardo mancavano solo una quarantina di chilometri. Dopo il ricongiungimento ci ha provato un gruppetto formato da Lennert Belmans (Alpecin-Deceuninck Development Team), Baptiste Planckaert (Van Rysel Roubaix) e Maël Guégan (CIC – U – Nantes). La loro azione non ha avuto fortuna e ha fatto da apripista al lavoro delle squadre dei velocisti che hanno preparato al meglio la strada alle loro ruoto veloci, anche se la rampa finale verso il traguardo ha selezionato il gruppo che è andato a giocarsi la vittoria in più plotoncini, distanziati di poche manciate di secondi l’uno dall’altro.
Domani si disputerà la seconda tappa con partenza da Domessargues e arrivo dopo un percorso vallonato a Marguerittes. Il menù prevede quattro “côtes”, con l’ultima di queste piazzata a meno di dieci chilometri dalla fine. Un buon trampolino di lancio per chi vorrà tentare la sorte ed evitare un arrivo a ranghi compatti.
Mario Prato

Magnier esulta sul traguardo di Bellegarde (Getty Images)
05-02-2025
febbraio 5, 2025 by Redazione
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VOLTA A LA COMUNITAT VALENCIANA
Il team statunitense Lidl – Trek si è imposto nella prima tappa, cronometro a squadre Orihuela – Orihuela Playa, percorrendo 34.3 Km in 39′20″, alla media di 52.322 Km/h. Ha preceduto di 46″ il team australiano Team Jayco AlUla e di 50″ il team tedesco Red Bull – BORA – hansgrohe. Miglior team italiano il Team Polti VisitMalta, 12° a 2′31″. Il ceco Mathias Vacek (Lidl – Trek) è il primo leader della classifica con lo stesso tempo dell’italiano Jonathan Milan (Lidl – Trek) e dell’olandese Daan Hoole (Lidl – Trek)
ÉTOILE DE BESSÈGES – TOUR DU GARD
Il francese Paul Magnier (Soudal Quick-Step) si è imposto nella prima tappa, circuito di Bellegarde, percorrendo 159.1 Km in 3h33′29″, alla media di 44.707 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Jordi Meeus (Red Bull – BORA – hansgrohe) e l’olandese Marijn van den Berg (EF Education – EasyPost). Miglior italiano Mattia Cattaneo (Soudal Quick-Step), 30° a 10″. Magnier è il primo leader della classifica con 4″ su Meeus e 6″ su Van den Berg. Miglior italiano Cattaneo, 30° a 20″
VALENCIANA, DOMINIO LIDL TREK NELLA CRONOSQUADRE. VACEK PRIMA MAGLIA AMARILLO
Con una grande prestazione di squadra, il Team Lidl -Trek stravince la cronosquadre della prima tappa ed è l’unica squadra a scendere sotto i minuti. Più staccate Team Jayco AlUla e Red Bull – BORA – hansgrohe. Mathias Vacek è la prima maglia amarillo della breve corsa a tappe spagnola
La Volta a la Comunitat Valenciana è la prima corsa a tappe che si svolge in Spagna nel 2025 ed inizia con un’inusuale cronosquadre di oltre 34 km da Orihuela a Orihuela Playa. La classifica generale avrà già dopo la prima tappa una fisionomia ben definita e capiremo subito quali saranno i ciclisti che si contenderanno la vittoria finale, da ipotecare comunque nelle successive tappe in linea – specialmente la seconda e la terza – che offrono percorsi vallonati e in cui non mancheranno gli attacchi dei big. A vincere è stata la Lidl – Trek con il tempo di 39 minuti e 19 secondi, unica squadra capace di scendere sotto i 40 minuti con la media superiore ai 52 km/h. A tagliare per primo il traguardo è stato Mathias Vacek che è la prima maglia amarillo della breve corsa spagnola davanti ai compagni di squadra Jonathan Milan e Dan Hoole. La forza della squadra a stelle è strisce è testimoniata dal quarto posto di Jakob Soderqvist e dal quinto posto di Edward Theuns, rispettivamente a 1 secondo ed a 30 secondi di ritardo da Vacek. A 46 secondi di ritardo dalla Lidl Trek troviamo il Team Jayco Alula mentre la Red Bull – BORA – hansgrohe chiude con 50 secondi di ritardo, così come l’UAE Team Emirates XRG chiude, il che vuol dire che i vari McNulty, Almeida e Sivakov, capitani della formazione emiratina, dovranno già da domani attaccare per recuperare il tempo perduto. Anche Alexander Vlasov , in forze alla Redbull, e dovrà attaccare nelle prossime tappe, lui che lo scorso anno fu terzo della generale. Tra le squadre più penalizzate citiamo la Bahrain Victorious di Santiago Buitrago, secondo lo scorso anno, che paga 1 minuto e 12 secondi di ritardo dall’UAE team Emirates XRG, mentre limitano i danni Team INEOS Grenadiers e Team Movistar, rispettivamente a 52 secondi di ritardo ed a 1 minuto e 5 secondi di ritardo dalla Lidl – Trek. Domani è in programma la seconda tappa da La Nucía Benifato di 166km con un finale impegnativo che prevede la scalata in rapida successione del Coll de Rates, di Benimantell e dell’Alto de Partegat. Quest’ultima salita è lunga poco più di 4 km ed ha una pendenza media superiore al 9%, perciò coloro che vogliono puntare alla vittoria non si faranno pregare e dovranno necessariamente attaccare, soprattutto quegli scalatori che oggi non hanno brillato nella cronosquadre.
Antonio Scarfone

Il Team Lidl - Trek vince la cronosquadre di Orihuela (foto: Getty Images)
FEBBRAIO 2025, ARRIVA LA BEFANA (IN RITARDO)
febbraio 4, 2025 by Redazione
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Il mese di febbraio è una vera e propria manna per gli appassionati di ciclismo. E’ forse uno dei periodi dell’anno ciclistico più intensi perché – pur non essendo ancora arrivato il momento dei Grandi Giri e delle classiche – offre una serie di brevi corse a tappe che permettono di cominciare e pregustare le sfide future. C’è da farne una vera e propria scorpacciata…
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La Befana arriva in ritardo per gli appassionati di ciclismo. Un mese dopo aver consegnato regali e dolciumi ai bambini di tutto il mondo, arriva il momento di consegnare la calza anche ai ciclofili e non c’è mese come quello di febbraio per farli felici. Non è ancora arrivato il momento delle grandi classiche e nemmeno quello dei grandi giri, eppure febbraio è forse il mese più intenso e letteralmente esplosivo, almeno per il numero di corse che si affolleranno in calendario nei prossimi 28 giorni: mettendo in file corse di un giorno e singole frazioni delle corse a tappe si arriva a un totale di 93 gare, un vero e proprio solluchero che offrirà agli spettatori il proverbiale imbarazzo della scelta.
Qui ci limiteremo a presentarvi le gare principali (e anche quelle non saranno poche) e, disciolto il fiocco che serra la calza, per prima fa capolino l’Étoile de Bessèges (5-9 febbraio), la cui 55a edizione sicuramente attirerà le attenzioni dei tifosi italiani per esser stata scelta quale debutto stagionale da Filippo Ganna, che qui ha già lasciato il segno in un paio di occasioni imponendosi nella crono conclusiva nel 2021 e nel 2022. Disegnata sulle ventose strade del dipartimento del Gard, la corsa francese per il quindicesimo anno consecutivo prenderà le mosse da Bellegarde, attorno alla quale è stata disegnata la tappa d’apertura, un circuito di 159 Km quasi totalmente pianeggiante se si esclude la breve rampa della Côte de la Tour (700 metri all’8.2%), in cima alla quale sarà posto il traguardo e che da quando è stata inserita nel percorso ha sempre impedito ai velocisti di tagliare per primi la linea d’arrivo. Più probabile l’arrivo allo sprint, comunque a ranghi ridotti, il giorno successivo al termine della Domessargues – Marguerittes, tappa lunga 166 Km che presenta il traguardo posto 9 Km dopo lo scollinamento della Côte Cabrières, salita di 3.6 Km al 3.7% i cui numeri sono molto simili a quelli del Poggio della Milano-Sanremo. Ci si sposterà quindi a Bessèges per la tappa “titolare” della corsa, che vedrà i corridori percorrere un circuito collinare di 164 Km movimentato da 8 brevi ascese, in nessun caso impegnative: al fine del successo di tappa le più rilevanti saranno le ultime due, il Col de Trélis (5.4 Km al 4.7%) e il Col des Brousses (1.8 Km al 5.9%), che si scavalcheranno rispettivamente a 20 e 12 Km dal traguardo. A decretare il nome del successore del danese Mads Pedersen nell’albo d’oro di questa corsa saranno verosimilmente – sempre che il forte vento non ci metta lo zampino –le due rimanenti frazioni, a partire dalla penultima che scatterà da Vauvert alla volta del Mont Bouquet dove, dopo 156 Km di gara, l’arrivo sarà posto in vetta a un’ascesa di 4.6 Km al 9% che è stata proposta per la prima volta nel 2020 per festeggiare la 50a edizione della corsa, compleanno consacrato dalla vittoria lassù di Ben O’Connor, lo scalatore australiano che all’ultimo Giro di Spagna ha conteso fino alla penultima tappa la vittoria finale allo sloveno Primoz Roglic. L’ultimo atto sarà a cronometro, sullo stesso tracciato di 10.6 Km sul quale non solo si è imposto due volte Ganna, ma è andato a segno anche un altro azzurro, il toscano Alberto Bettiol (2020): la rampa di lancio sarà collocata nel centro di Alès mentre l’arrivo sarà presso la cappella di Notre-Dame-de-l’Ermitage, percorsa un’ascesa di 2.8 Km al 5.6%.
Con un ping-pong di sapori la calza della Befana proporrà, in concomitanza con la gara transalpina, la prima corsa a tappe stagionale del calendario spagnolo, la Volta a la Comunitat Valenciana (5-9 febbraio), la cui 76a edizione è stata concepita dall’ente organizzatore e dalle autorità locali come simbolo di rinascita dopo la disastrosa alluvione che ha colpito la regione lo scorso anno. Rispetto alla parallela Étoile de Bessèges, la Volta è stata progettata al contrario e così si affronteranno per prime le frazioni più impegnative, la prima della quali sarà una cronosquadre lunga ben 34 Km, una distanza forse eccessiva per una corsa a tappe di appena cinque giorni: la distanza dovrà essere coperta tra Orihuela e la vicina località balneare di Orihuela Playa su di uno scorrevole tracciato disegnato per celebrare il 100° compleanno della “gloria locale” Bernardo Ruiz, nato l’8 gennaio 1925 e attualmente più anziano vincitore vivente di un grande giro (si impose nella Vuelta a España del 1948). La seconda tappa, invece, dopo la partenza da La Nucía e 166 Km di tracciato proporrà l’arrivo a Benifato, dove il traguardo sarà posto al termine di una salita mai affrontata prima in una corsa ciclista, l’Alt de Partegat, i cui 7 Km al 9% di pendenza media (massima del 20%) condurranno i corridori sino a 1030 metri di altitudine. Si tratterà di un’ascesa classificata di prima categoria, così come quella quella dell’Alto del Remedio che si dovrà scalare l’indomani nel corso della tappa che da Algemesí condurrà in 181 Km ad Alpuente, ma potrebbe non rivelarsi selettiva come quella del giorno prima, sia per le sue inclinazioni meno incisive (6.4 Km al 7,3%), sia per gli oltre 20 Km che si dovranno poi percorrere per raggiungere il traguardo. Ideale per imbastire una fuga da lontano, con ottime possibilità di andare all’arrivo, sarà il tracciato della successiva Oropesa del Mar – Portell de Morella di 181 Km, anche se il disegno dell’altimetria ufficiale potrebbe farla pensare meno complicata di quella che è. Infine, la corsa spagnola si concluderà con la più semplice delle cinque frazioni in programma, essendo totalmente privi di dislivelli i 104 Km che si dovranno percorrere tra Alfafar, uno dei centri più colpiti dall’alluvione di fine ottobre 2024, e l’approdo conclusivo di Valencia.
In un concatenarsi di sapori, i giorni conclusivi di Étoile e Valenciana coincideranno con le prime due frazioni del Tour of Oman (8-12 febbraio), la cui 14a edizione sarà la terza della corsa araba a disputarsi in cinque tappe in seguito alla scelta, adottata nel 2023, di scorporare una delle sei originarie frazioni per farne una corsa di un giorno a parte, la Muscat Classic, che si disputerà il 7 febbraio sul medesimo tracciato delle prime due edizioni, rispettivamente conquistate dal belga Jenthe Biermans e dal neozelandese Finn Fisher-Black, caratterizzato negli ultimi 20 Km dalle salite di Hamriyah (1 Km all’8.6% con un muro iniziale di 400 metri al 13.9%) e di Al Jissah (1.1 Km all’8.9%). Il Tour of Oman, invece, prenderà il via all’insegna dello sprint con una tappa di 170 Km che vedrà i corridori partire da Bushar in direzione del Bimmah Sink Hole, spettacolare dolina ricolma d’acqua situata a breve distanza dalle ventose rive dell’Oceano Indiano. Con un interminabile trasferimento di quasi 300 Km la carovana traslocherà presso un’altra delle attrazioni turistiche del sultanato, il forte di Al Rustaq, dal quale si ripartirà per affrontare la tappa più lunga, 203 Km e un finale che fa gola ai finisseur per l’arrivo sulle Yitti Hills, dove la linea del traguardo sarà collocata 800 metri dopo aver superato la cima di una salita breve ma non banale (1700 metri al 5.9% con i primi 900 metri al 7.9%), traguardo che nel 2023 è stato tenuto a battesimo dal nostro Diego Ulissi mentre 12 mesi fa qui si è imposto il belga Amaury Capiot. Bisognerà attendere 24 ore per il primo arrivo in salita ufficiale, quando si partirà da Fanja verso l’Eastern Mountain, i cui 4.6 Km al 7.7% sono stati affrontati per la prima e finora unica volta nel 2023, quando lo statunitense Matteo Jorgenson ebbe l’onore di inaugurare l’albo d’oro di questa salita, caratterizzata da pendenze da muro fiammingo nell’ultimo chilometro (media del 14%). Seguirà la tappa più facile, lunga 181 Km come quella del giorno precedente, tracciata senza difficoltà altimetriche – a parte la lievissima pendenza, appena sotto il 3% medio, che caratterizza i 900 metri conclusivi – tra l’Oman Across Ages Museum di Manah e l’Oman Convention and Exhibition Center, complesso fieristico situato alle porte della capitale Mascate. Sarà, infine, il centro di Imty a dare il “la” alla tappa regina, 139 Km senza grandi difficoltà fino ai piedi della salita simbolo del Giro dell’Oman, che risale la cosiddetta “Montagna Verde” (Jabal Al Akhdhar è il nome ufficiale): la salita completa misura 15 Km e permette di arrivare su asfalto fino a oltre 2000 metri, ma considerate le inclinazioni rilevanti sin dai tratti iniziali e la stagione appena iniziata si è sempre preferito far percorrere solamente i primi 6 Km, le cui pendenze già toste (la media è del 10.2%) in passato hanno permesso di imporsi su questo traguardo a corridori del calibro di Chris Froome (2014), Vincenzo Nibali (2012 e 2016) e Adam Yates (2024).
Arrivati a metà della calza della Befana febbraiola gli appassionati si troveranno un vero e proprio ingorgo di “ghiottonerie” a causa della decisione dell’UCI di posticipare di una settimana il periodo di svolgimento della Volta ao Algarve e della Vuelta a Andalucía, che così andranno a disputarsi negli stessi giorni nei quali è previsto l’UAE Tour (17-23 febbraio), corsa del calendario World Tour più prestigiosa rispetto alle altre due, che invece militano nel circuito ProSeries. Ultima delle tre grandi corse a tappe arabe della stagione dopo l’AlUla Tour e l’appena terminato Tour of Oman, il Giro degli Emirati Arabi si aprirà con una tappa interamente tracciata nel deserto per 138 Km, con partenza dallo Shams Solar Park di Madinat Zayed e traguardo presso il Liwa Palace, luogo d’origine delle famiglie regnanti di Abu Dhabi e Dubai, al quale si giungerà dopo un tracciato a saliscendi (lo strappo più duro misura 1.3 Km e presenta una pendenza media del 6.5%), durante il quale si andrà a sfiorare la Duna Moreeb, una delle più alte del mondo (300 metri). La seconda frazione sarà la prima delle tre decisive, una cronometro individuale di 12.2 Km disegnata sulle pianeggianti strade dell’isola artificiale di Al Hudayriyat, dove si gareggerà sul medesimo tracciato che lo scorso anno fu percorso a quasi 54 Km/h dallo statunitense Brandon McNulty, autore della miglior prestazione anticipando di appena due secondi l’australiano Jay Vine. In questa prova contro il tempo gli scalatori dovranno stringere i denti in attesa di trovare per loro il primo traguardo utile il giorno successivo, quando si ripartirà da Ras al Khaimah per andare ad affrontare l’ascesa della Jebel Jais, la montagna più alta degli Emirati. La vetta è a 1911 metri, i corridori si fermeranno poco sotto quota 1500 metri, dopo aver percorso 179 Km, gli ultimi 19 Km da pedalare lungo una salita non eccezionale nelle pendenze (la media è del 5.6% e tratti veramente difficili non se ne incontrano) ma, per l’appunto, decisamente chilometrica per gli standard della stagione: non è un caso che su quest’ascesa, che se inserita in una grande corsa a tappe non provocherebbe grandissima selezione, si siano imposti corridori del calibro di Tadej Pogacar (2022), Jonas Vingegaard (2021) e Primoz Roglic (2019). Nelle tre giornate successive i protagonisti saranno i velocisti, anche se quelle che andranno in scena non saranno tappe banali a causa dei tratti che si dovranno percorrere nel deserto, dove non è raro incappare nel forte vento ed è soprattutto il caso della quarta tappa, che taglierà nel mezzo la penisola del “Corno d’Arabia” pedalando per 181 Km da Fujairah Qidfa Beach, sulle rive dell’Oceano Indiano, a Umm al Quwain, il capoluogo del meno popolato tra i sette emirati che costituiscono lo stato arabo, centro affacciato sul Golfo Persico. La metropoli di Dubai presterà le sue strade allo svolgimento della quinta tappa, che collegherà in 160 Km due importanti istituzioni della città, l’American University in Dubai e l’Hamdan Bin Mohammed Smart University. La penultima frazione sarà pure modellata sull’esempio della “tappa in città” e stavolta lo scenario sarà quello di Abu Dhabi, dove si partirà dalla sede del locale Cycling Club per toccare in 167 Km alcuni tra i luoghi più celebri della capitale degli emirati (come il circuito automobilistico di Yas Marina e il Louvre Abu Dhabi) prima di giungere al traguardo, tradizionalmente collocato sull’isola artificiale del Breakwater. Per il terzo anno consecutivo, infine, l’UAE Tour terminerà il suo cammino sulla Jebel Hafeet, montagna situata al confine con l’Oman dove la linea del traguardo sarà tracciata a 1030 metri sul livello del mare, dopo aver percorso 176 Km dal raduno di partenza, fissato presso l’Hazza Bin Zayed Stadium di Al Ain, e affronto un’ascesa di 11 Km al 6.7%, anch’essa già fornita di un “curriculum” di tutto rispetto nel quale spiccano ancora il nome di Pogacar (2021, 2022), ma anche quelli di Alejandro Valverde (2018, 2019) e di Adam Yates, che qui è praticamente di “casa” avendovi già ottenuto tre affermazioni, l’ultima nel 2023 e le altre entrambe nell’edizione del 2020, quella che fu interrotta a causa del diffondersi della pandemia da Covid-19 proprio subito dopo il secondo dei due arrivi in salita previsti alla Jebel Hafeet.
Giunta lo scorso anno al traguardo della cinquantesima edizione, nel 2025 la Volta ao Algarve (19-23 febbraio) presenterà un paio di novità concernenti i due tradizionali arrivi in salita agli “alti” di Fóia e Malhão, con il primo che sarà scalato da un versante inedito, più impegnativo, e il secondo che sarà inserito per la prima volta nella storia al termine di una tappa a cronometro. Per la scelta di unificare in una sola giornata l’arrivo sul Malhão e la prova contro il tempo si è così “liberata” una giornata di gara che gli organizzatori hanno deciso di consegnare ai velocisti, ampliando così da due a tre il numero di tappe a loro disposizione. La prima occasione sarà loro offerta al termine della frazione d’apertura, 190 Km da Portimão a Lagos con qualche saliscendi da affrontare a metà percorso e le solite trappole che potrebbero venire innescate dal vento, onnipresente nelle zone costiere del Portogallo. Da Lagoa si ripartirà per andare a esplorare il versante inedito del Monte Fóia, la montagna più alta della regione dell’Algarve, un’escursione di 177.6 Km che prevede anche la salite di Marmelete (2 Km al 10.1%) e di Pompa (4 km al 7.6%) prima di quella conclusiva, 8.2 Km al 5.4% più impegnativi rispetto al versante tradizionale perché presentano un tratto intermedio di 1200 metri all’10.7% di pendenza media. Si tornerà in pianura per la terza tappa, che collegherà in 183 Km Vila Real de Santo António con Tavira, alla quale seguirà la terza e ultima frazione favorevole ai velocisti, 175 Km da Albufeira a Faro e un percorso nel finale leggermente più complicato, soprattutto per la collocazione della salita – comunque pedalabile – di Santa Barbara (3.4 Km al 4.5%) a 25 Km dal traguardo, a sua volta posto al termine di un breve tratto in ascesa (ultimi 400 metri al 5.8%). La cronometro conclusiva, lunga poco meno di 20 Km, scatterà da Salir, un centro il cui nome costituisce un biglietto da visita per la tappa odierna, anche se il tratto in salita verso l’Alto do Malhāo sarà limitato agli ultimi 2.6 Km, nei quali la strada punta verso il cielo con una pendenza media del 9%.
In perfetta simultaneità con la corsa portoghese si disputerà la Vuelta a Andalucía (19-23 febbraio), che quest’anno tornerà a disputarsi nella sua versione “completa” dopo che la scorsa edizione fu ridotta all’ultimo momento a una sola e brevissima tappa (una crono di 5 Km disegnata sulle stradi di Alcaudete), dopo che le autorità locali negarono il permesso allo svolgimento delle altre frazioni essendo la “Guardia Civil” impegnata a gestire le manifestazioni di piazza degli agricoltori che a febbraio 2024 intralciarono parzialmente anche lo svolgimento dell’Étoile de Bessèges, in Francia. Nel 2025 si festeggerà il centesimo compleanno della corsa andalusa, organizzata per la prima volta dal 1925, anche se poi per vedere messa in scena la seconda edizione bisognerà attendere il 1955 ed è per questo motivo che le edizioni fin qui disputate sono “solo” 71. La fetta più consistente della torta preparata per l’anniversario sarà servita per prima perché si partirà con la tappa più difficile delle cinque previste, 162 Km – da Torrox Costa a Nerja – infarciti con ben cinque colli, nell’ordine l’Alto Mirador de la Axarquía, l’Alto del Zurrón, l’Alto de Periana, l’Alto de Canillas e l’Alto de Frigiliana. La doppia ascensione all’Alto de Los Villares sarà, invece, il principale ingrediente della seconda tappa, che da Alcaudete – dove, come abbiamo più sopra ricordato, l’anno scorso si svolse l’unica tappa della Vuelta – condurrà in 133 Km a Torredelcampo. Entreranno a questo punto in scena i velocisti, dalla cui parte pendono i tracciati della quarta e della quinta frazione, con la prima di queste (Arjona – Pozoblanco, 162 Km) che vedrà il debutto nel tracciato del “Kilómetro de Oro”: si tratta di tre traguardi volanti ad abbuoni inseriti nel breve volgere di 1000 metri di strada, una novità per la corsa andalusa ma non certo per il mondo del ciclismo poiché l’idea è stata degli organizzatori dell’ex Eneco Tour (oggi Renewi Tour), che l’hanno proposta fin dal 2015. Si è stabilito, almeno per quest’anno, di proporlo solo nelle tappe per velocisti, quella di Pozoblanco e la successiva che dalla celebre città di Cordova condurrà in 195 Km – si tratterà della frazione più lunga – al traguardo di Alhaurín de la Torre. Per l’ultima giornata si è stabilito di riproporre in toto quello della frazione conclusiva che era stata disegnata per l’edizione 2024, 172 Km che prevedono la partenza da Benahavís, l’interminabile ma pedalabile ascesa all’Alto del Madroño (quasi 21 Km al 4.5%) subito dopo il via, il successivo Alto de El Espino (8.5 Km al 5.6%) e poi nessun’altra difficoltà nei restanti 80 Km da coprire per arrivare all’approdo finale di La Línea de la Concepción, località balneare di frontiera poiché situata alle porte della britannica Gibilterra.
Come tutte le calze che si rispettino anche quella della Befana a pedali presenta l’immancabile buchino sul fondo, attraverso il quale spunta l’ultimo “dolcetto”, la O Gran Camiño, che partirà il 26 febbraio per sconfinare nel mese successivo e terminare il 2 marzo dopo cinque giorni di gara, uno in più rispetto alle prime tre edizioni della corsa spagnola. Non si tratterà dell’unica novità della giovane competizione galiziana, che quest’anno introdurrà gli sterrati e presenterà per la prima volta uno sconfinamento in Portogallo, sulle cui strade si snoderà la prima frazione (Maia – Matosinhos, 195 Km), l’unica destinata alla conclusione allo sprint. Con l’ingresso in Spagna la fisionomia della corsa prenderà i connotati tipici della Galizia con movimentati percorsi collinari e così la seconda tappa, che scatterà da Marín e misurerà 145 Km, sarà imperniata attorno alla duplice ascensione a San Vincenzo (2.3 Km al 7.8%), da affrontare l’ultima volta a circa 10 Km dal traguardo, previsto in quel di A Estrada al termine di un tratto in pedalabile ascesa di 3.3 Km al 4.4%. Presenza fissa fin dalla prima edizione, la tappa a cronometro quest’anno si svolgerà il terzo giorno di gara su di un tracciato di 15.5 Km che strizzerà parzialmente l’occhio agli scalatori per la presenza della salita dell’Alto de Sabadelle, 5.9 Km al 5.5% che s’incontreranno 2.5 Km dopo esser scesi dalla rampa di lancio di Ourense e che saranno seguiti da un tratto conclusivo in quota di circa 7 Km verso il traguardo di Pereiro de Aguiar. Al penultimo giorno è stata fissata la tappa altimetricamente più complicata, tracciata tra A Pobra do Brollón e i 1300 metri sul livello del mare di O Cebreiro, località situata non distante dal punto più elevato del celebre Cammino di Santiago: per i corridori il pellegrinaggio durerà 142 Km e sarà reso impegnativo dalla presenza di quattro ascese principali, sulle quali spicca l’Alto da Pitinidoira di prima categoria (10.2 Km al 6.5% con i primi 4.5 Km all’8.6% e gli ultimi 2.5 Km al 10,5%) mentre in salita pedalabile (5.2%) saranno i 4300 metri conclusivi che condurranno al traguardo. Pur non essendo classificata come frazione di montagna, determinante per la classifica finale potrebbe rilevarsi il collinoso tracciato della conclusiva Betanzos – Santiago de Compostela (165 Km), non tanto per la presenza della salita dell’Alto de Lampai (5.2 Km al 5.6%) quanto per l’inserimento di tre settori sterrati ed entrambi, salite e sterrati, dovranno essere ripetuti due volte per un totale di quasi 5 Km da percorrere sulle strade bianche. Non sono moltissimi, a dire il vero, ma tutti e tre si snoderanno in leggera salita e saranno collocati nel finale, con il definitivo ritorno sull’asfalto a soli 6 Km dalla conclusione. Una conclusione che potrebbe ribaltare i verdetti delle tappe precedenti in caso di maltempo, che ha già ha pesantemente condizionato le ultime due edizioni, costringendo spesso gli organizzatori ha cambiare i percorsi di gara o di neutralizzarli ai fini della classifica.
Mauro Facoltosi
I SITI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO
Étoile de Bessèges
https://www.etoiledebesseges.com/
Volta a la Comunitat Valenciana
Tour of Oman
UAE Tour
Volta ao Algarve
https://voltaaoalgarve.com/en/
Vuelta a Andalucía-Ruta Ciclista del Sol
O Gran Camiño – The Historical Route
https://ograncamino.gal/?lang=en
VALENTIN FERRON ESPUGNA LA “MARSIGLIESE”, IL FRANCESE VINCE LA PRIMA CORSA TRANSALPINA
Vittoria al fotofinish per il transalpino Valentin Ferron al Gran Prix Cycliste de Marseille La Marseillaise .Il portacolori dellla Cofidis si è imposto su Vincent Van Hemelen e Francisco Galván. Primo degli italiani Marco Tizza, undicesimo.
Con un finale incerto fino all’ultimo, i quattro fuggitivi sono stati riassorbiti in vista dello striscione d’arrivo, si è disputato la prima corsa del calendario francese. Il GP Cycliste de Marseille La Marseillaise, “classica” d’apertura, si è oggi decisa al Cofidis. Il successo è così andato al francese Valentin Ferron (Cofidis), capace di rimontare con successo il belga Vincent Van Hemelen (Team Flanders – Baloise). Terzo si è piazzato lo spagnolo Francisco Galván (Equipo Kern Pharma) e a seguire sono transitati sotto lo striscione d’arrivo Eduard Prades (Caja Rural – Seguros RGA), Paul Seixas (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Gotzon Martín (Euskaltel – Euskadi), Nicolas Prodhomme (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Axel Laurance (INEOS Grenadiers), e Pau Miquel (Equipo Kern Pharma) con Alex Molenaar (Caja Rural – Seguros RGA) a completare la TopTen davanti a Marco Tizza (Wagner Bazin WB), primo dei corridori di casa nostra.
Fin dalle prime fasi di gara la corsa come tradizione si è svolta in una maniera molto garibaldina con un susseguirsi di attacchi e contrattacchi. Il tentativo più interessante è stato quello portato con non poche ambizioni da Kevin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels), Axel Laurance (Ineos Grenadiers), Timo Kielich (Alpecin-Deceuninck) e Paul Seixas (Decathlon AG2R La Mondiale). I quattro si sono avvantaggiati quando mancavano una ventina di chilometri al termine e la loro azione è terminata a soli 500 metri dal traguardo. A quel punto a prendere la scena è stato il belga Van Hemelen, autore di una volata lunghissima che meritava maggior successo. Successo andato. però, al transalpino Ferron , capace di rimontarlo e superarlo. Anche se solo di pochi centimetri, come ha messo in evidenza il fotofinish.
Mario Prato

E' stato necessario il fotofinish per decretare il vincitore del 46° Grand Prix Cycliste de Marseille La Marseillaise (foto LNC / B. Bade)
IURI LEITAO SORPRENDE I VELOCISTI E VINCE IL TROFEO PALMA
Nell’ultima delle cinque prove del Challenge Mallorca, Iúri Leitão (Team Caja Rural Seguros RGA) è autore di un’accelerazione mortifera a 200 metri dall’arrivo che gli consente di vincere davanti ai velocisti. Quarta posizione per Matteo Malucelli (Team XDS Astana).
Il Trofeo Palma mette fine ad un Challenge Mallorca che ha visto complessivamente una buona partecipazione di squadre e di ciclisti nei cinque giorni di svolgimento. Un po’ di tristezza e di scoramento ha mostrato però l’organizzazione della corsa quando ieri i ciclisti hanno imposto la cancellazione del Trofeo Andratx – Pollença dopo 25 km dalla partenza per condizioni di strada giudicate dagli stessi corridori pericolose. La corsa conclusiva si svolge su strade pianeggianti avendo come sede di partenza e di arrivo Palma de Mallorca. Saranno verosimilmente i velocisti a giocarsi la vittoria con Biniam Girmay (Team Intermarchè – Wanty) che cerca il riscatto dopo il quarto posto del Trofeo Ses Salines. Dopo diversi attacchi la fuga buona evadeva dal gruppo intorno al km 50 grazie all’azione di Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe) e Colby Lange (Team Project Echelon Racing). Il ciclista tedesco, praticamente all’esordio stagionale dopo la ‘falsa partenza’ di ieri al Trofeo Andratx, sembrava già bello pimpante tant’è vero che lasciava al palo il suo compagno di fuga a 64 km dalla conclusione, potendo sfruttare un vantaggio di 3 minuti sul gruppo tirato dalle squadre dei velocisti. Queste ultime aumentavano il ritmo nel primo passaggio sul circuito di Palma da ripetere cinque volte. Tra le squadre più attive all’inseguimento di Lipowitz si segnalavano l’Intermarchè Wanty, l’XDS Astana e la Q36.5 Pro Cycling. Il ciclista tedesco veniva ripreso a 13 km dalla conclusione. I velocisti si preparavano alla volata ma proprio quando tutto sembrava pronto per lo sprint finale ecco che a circa 200 metri dalla conclusione, approfittando della curva a gomito che dava sul rettilineo finale, Iúri Leitão (Team Caja Rural Seguros RGA) scattava sorprendendo tutti. Il portoghese dava tutto negli ultimi metri ed andava a cogliere la prima vittoria in carriera davanti a Stanisław Aniołkowski (Team Cofodis) ed Erlend Blikra (Team Uno X Mobility) mentre chiudevano la top five Matteo Malucelli (Team XDS Astana) in quarta posizione e Max Kanter (Team XDS Astana) in quinta posizione. Delusione per Girmay che non riusciva a fare meglio del nono posto. Per Leitão è la prima vittoria stagionale.
Antonio Scarfone

Iúri Leitão vince il Trofeo Palma (foto: Getty Images)
02-02-2025
febbraio 2, 2025 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
CADEL EVANS GREAT OCEAN ROAD RACE
L’elvetico Mauro Schmid (Team Jayco AlUla) si è imposto nella corsa australiana, circuito di Geelong, percorrendo 183.8 Km in 4h26′07″, alla media di 41.44 Km/h. Ha preceduto di 3″ i neozelandesi Aaron Gate (XDS Astana Team) e Laurence Pithie (Red Bull – BORA – hansgrohe). Miglior italiano Andrea Bagioli (Lidl – Trek), 5° a 3″
CHALLENGE CICLISTA MALLORCA – TROFEO PALMA
Il portoghese Iúri Leitão (Caja Rural – Seguros RGA) si è imposto nella corsa spagnola, circuito di Palma di Maiorca, percorrendo 149.9 Km in 3h08′40″, alla media di 47.671 Km/h. Ha preceduto allo sprint il polacco Stanisław Aniołkowski (Cofidis) e il norvegese Erlend Blikra (Uno-X Mobility). Miglior italiano Matteo Malucelli (XDS Astana Team), 4°.
GRAND PRIX CYCLISTE LA MARSEILLAISE
Il francese Valentin Ferron (Cofidis) si è imposto nella corsa francese, circuito di Marsiglia, percorrendo 164.2 Km in 3h57′53″, alla media di 41.415 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Vincent Van Hemelen (Team Flanders – Baloise) e lo spagnolo Francisco Galván (Equipo Kern Pharma). Miglior italiano Marco Tizza (Wagner Bazin WB9), 11°