MEMORIAL MARCO PANTANI, A HIRSCHI LA VITTORIA NON SFUGGE PIU’
A Cesenatico c’è la quinta affermazione per lo svizzero dell’UAE Team Emirates in poco più di un mese, nell’edizione che ricorda i vent’anni dalla tragica scomparsa del campione romagnolo. Marc Hirschi si è imposto su Lorenzo Milesi (Movistar Team) e Vincenzo Albanese (Arkea – B&B Hotels).
Da Cesena a Cesenatico si è disputata una edizione speciale del Memorial Marco Pantani, che ricorda il vincitore di Giro e Tour nel 1998 con il sottotitolo “2004-2024 – Vent’anni senza Marco” e con il ritorno della partenza a Cesena, città natale del Pirata.
La fuga prende il via e all’attacco ci sono Filippo Turconi (VF Bardiani CSF Faizané), Simon Carr (EF Education – Easypost), Ivan Romeo (Movistar Team) e Valentin Ferron (Total Energies). Il loro vantaggio arriva ad un massimo di 2′15” per poi cominciare a ridursi. Ai -80 si torna compatti ma c’è ancora una chance di attacco grazie a Filippo Baroncini (UAE Team Emirates), Matteo Vercher (Total Energies) e Marco Brenner (Tudor Pro Cycling Team). Una caduta del transalpino lascia in testa il corridore romagnolo e il tedesco, i quali restano al comando della corsa fino al circuito conclusivo di quattro chilometri da ripetere quattro volte. La coppia prova a giocarsi le proprie chance, che però svaniscono a 500 metri dal traguardo; c’è lo sprint di gruppo ed è ancora Marc Hirschi (UAE Team Emirates) a imporre la sua supremazia. Lo svizzero in poco più di un mese ha vinto la Classica di San Sebastian (il 10 agosto), il GP Ouest France a Plouay (il 25 agosto) e nell’ultima settimana ha trionfato alla Coppa Sabatini e al Giro di Toscana prima della “manita” odierna a Cesenatico.
A quindici giorni dal Campionato del Mondo di Zurigo, la Nazionale elvetica avrà ormai deciso su chi puntare nella gara Elite della rassegna iridata e Hirschi sarà un corridore pericoloso per tanti candidati al titolo mondiale.
Andrea Giorgini
MATTHEWS METTE IN BACHECA IL TERZO GRAN PREMIO DEL QUÉBEC
Terza vittoria in carriera (record per questa gara) per l’australiano Michael Matthews, che vince allo sprint un’edizione non particolarmente effervescente del Grand Prix Cycliste de Québec
Tra le cose che più mostrano la differenza tra il ciclismo attuale e quello dei “vecchi tempi” ci sono alcuni albi d’oro che potrebbero suscitare più di una perplessità negli appassionati, specialmente quelli ancora giovani. Chi avrebbe mai detto che ciclisti leggendari come Gimondi e Bitossi, per fare un facile esempio, abbiano vinto, oltre alle corse che tutti conoscono, decine e decine di sconosciuti “circuiti” o “criterium”? Oggi avremmo un bel cercare, nei palmarès di Van der Poel o di Van Aert, tanto per citare due corridori di livello analogo, questo tipo di vittorie. Ma un tempo, quando di soldi ne giravano pochi, anche negli sport professionistici, era normale per tutti corridori, inclusi i più forti, arrotondare i guadagni partecipando spesso e volentieri a gare estemporanee, disputate in piccoli circuiti e di lunghezza limitata, che nascevano e morivano nell’arco di poche stagioni ma in compenso offrivano premi in denaro (anche sottobanco) di un certo rilievo. Queste corse, che spuntavano letteralmente come i funghi ed esistevano già ai tempi di Girardengo e Belloni, erano così tante che ancora oggi non è chiarissimo quante gare abbia vinto in carriera Eddy Merckx e come lui tutti i grandi che lo hanno preceduto.
Sta di fatto che oggi, con i soldi che non mancano, i “circuiti” e i “criterium” sono ormai scomparsi… salvo riapparire laddove uno meno se lo aspetta: per esempio nelle due gare canadesi (Grand Prix Cycliste de Québec e Grand Prix Cycliste de Montréal), che si svolgono entrambe in un circuito cittadino e che, a dispetto di un percorso indegno di una grande Classica e un numero di edizioni piuttosto basso (entrambe nascono nel 2010), fanno parte del calendario “World Tour” al pari delle Monumento. I loro albi d’oro, poveri di grandi nomi ma in compenso ricchi di velocisti, sembrano confermare che l’importanza di queste due corse sia più “politica” che reale; ma per ora è meglio lasciare ad altri le considerazioni “politiche” e seguire da vicino le due gare, nella speranza che quest’anno i partecipanti facciano qualcosa per farle sembrare degne dell’importanza che viene loro data.
Particolarmente atteso è il rientro di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), che non corre dallo scorso 21 Luglio, dopo aver completato la doppietta Giro-Tour, e che parteciperà ad entrambe le corse (avendo vinto la seconda due anni fa, ma non ancora la prima). Suoi principali avversari saranno il giovane talento belga Arnaud De Lie (Lotto Dstny), che ha già molte vittorie al suo attivo, è campione del Belgio in carica ed è stato capace di vincere il Quebec l’anno scorso; l’americano Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike), vincitore quest’anno della Parigi-Nizza e ottavo al Tour; il formidabile eritreo Biniam Girmay (Intermarché – Wanty), di gran lunga il miglior corridore africano in attività, quest’anno vincitore della classifica a punti del Tour e di tre tappe della “Grande Boucle”; l’australiano Michael Matthews (Team Jayco AlUla), vincitore nel 2018 di entrambe le corse e che se non fosse in palese declino sarebbe forse il primo favorito; e poi ancora, per citare solo i nomi più famosi, Juan Ayuso (UAE Team Emirates), Stephen Williams (Israel – Premier Tech), Simon Yates (Team Jayco AlUla), Julian Alaphilippe (Soudal Quick-Step), Ben Healy (EF Education – EasyPost), Romain Bardet (Team Dsm-Firmenich PostNL) e il nostro Alberto Bettiol (Astana Qazaqstan Team), campione italiano in carica.
Alle 11 ora locale (le 17 in Italia) parte dunque il Grand Prix Cycliste de Québec, 16 giri di un circuito di 12,6 chilometri, caratterizzato da 4 “côte” nel finale che in sostanza vanno a comporre un piccolo arrivo lungo poco più di 2 chilometri per un dislivello di una novantina di metri. Non c’è da stupirsi che la corsa sia spesso appannaggio dei velocisti, né che da subito parta la fuga dei soliti gregari desiderosi di mettersi in mostra, tra I quali vanno notati i nostri Filippo Ridolfo e Antonio Polga, entrambi in forza alla Team Novo Nordisk, e il campione canadese a cronometro James Walton (Team Ecoflo Chronos). Il tempo è buono, la temperatura mite (21 gradi), l’umidità si sente (siamo pur sempre alla foce del San Lorenzo). Dietro tirano le squadre di De Lie e di Girmay, anche se senza molta convinzione: già dopo due giri i fuggitivi (che però perdono per strada Polga) hanno circa 4 minuti di vantaggio. Quando i giri sono quattro anche Ridolfo alza bandiera bianca, ma in compenso i minuti di vantaggio salgono a 5. La situazione si stabilizza; Ridolfo abbandona al sesto giro. Al settimo cede anche Walton e dei sei corridori che avevano preso il largo alla partenza ne restano tre: l’americano Artem Shmidt (INEOS Grenadiers), anche lui campione nazionale a cronometro, il giovane olandese Frank van den Broek (Team Dsm-Firmenich PostNL) e un altro canadese, Félix Hamel (Team Ecoflo Chronos), professionista dallo scorso anno. È proprio Hamel il quarto a cedere, sulle “côtes” in vista della fine del decimo giro; il vantaggio dei due superstiti resta comunque sui 5 minuti, sostanzialmente immutato da quasi 100 chilometri. Succederà mai qualcosa? E quando? Se non altro una gara così “tranquilla” (per usare un eufemismo) almeno ci risparmia i doppiati che, in un circuito che si percorre in meno di 20 minuti, sono sempre in agguato. Walton (e poco dopo anche Hamel) abbandona nel corso dell’11esimo giro, al termine del quale i due battistrada conservano 4’40” di vantaggio: probabilmente il calo è dovuto più alla loro stanchezza che a qualche movimento nel gruppo, che procede allargato e senza che nessun corridore di rilievo venga messo in difficoltà sulle salite. Dopo 12 giri, a quattro dalla fine, il vantaggio è ancora di 4’30” sul gruppo, che però, sotto la spinta di tutti i corridori della UAE finalmente si allunga e recupera terreno sulle salite con cui termina il circuito. Lo sforzo della UAE, tuttavia, termina una volta passata la linea di arrivo, così che i due fuggitivi riprendono fiato nella prima parte del circuito, quella più facile che contorna il grande parco di Champs-de-Bataille, e mantengono 4 minuti di vantaggio quando iniziano le salite finali, nella parte urbana del circuito. Sulla linea d’arrivo, dopo un’altra tirata della UAE, il vantaggio scende però a 3 minuti e mezzo e comincia a farsi strada l’idea che in effetti Pogacar voglia vincere anche questa corsa: ad ogni modo tutti i migliori sono ancora in gruppo. Mancano 3 giri e stavolta la UAE si dà un po’ da fare anche nel tratto più facile; i due battistrada sembrano sempre più stanchi, col solo Shmidt che cerca di mantenere alta l’andatura. Il più attivo dei compagni di Pogacar è Rafael Majka, che al Giro era stato il più efficace dei suoi gregari, e quando inizia il penultimo giro il gruppo non ha che 1’25” di svantaggio. La fuga è segnata; adesso è da vedere chi e quando cercherà veramente di vincere la corsa. Ben presto si muovono il belga Gil Gelders (Soudal Quick-Step) e il francese Alex Baudin (Decathlon AG2R La Mondiale Team), due onesti gregari che si mantengono a lungo tra il gruppo e i fuggitivi, ma vengono riassorbiti prima che inizi l’ultimo giro; la stessa sorte tocca infine a Shmidt e Van den Broek quando mancano appena 14 chilometri al traguardo. Il gruppo si ricompone e passa compatto la linea d’arrivo, a un solo giro alla fine; in testa c’è sempre la UAE (stavolta è il belga Tim Wellens a darsi da fare). Si riparte dunque, come se nulla fosse successo, per gli ultimi chilometri di una gara sino ad ora ben poco appassionante: ai -10 ci prova Jorgenson, che con uno scatto perentorio approfitta del rilassamento del gruppo dopo il riassorbimento della fuga. Dietro esitano e ai -8 l’americano ha 13 secondi di vantaggio: che fa Pogacar? È la Ineos che tira il gruppo col belga Laurens De Plus, non la UAE. Ai -6 Jorgenson ha 17 secondi e inizia a sperare, ma poi dietro iniziano a tirare sul serio e all’inizio delle ultime salite gli restano 7-8 secondi, non di più. Ancora 500 metri e viene raggiunto, mentre il gruppo si sfilaccia e Pogacar non si vede. E invece no! Eccolo: rimane in mezzo a un gruppetto di sei corridori, che sullo slancio dell’inseguimento appena concluso riescono a prendere qualche metro di vantaggio sul gruppo; poi, qualche decina di metri. Tra loro molti dei favoriti: De Lie, Alaphilippe e lo stesso Jorgenson. Ai -2 Pogacar, finalmente, accelera, sembra fare il vuoto ma il copione della Sanremo si ripete e stavolta è De Lie a stopparlo; dietro cedono Alaphilippe e Jorgenson, ma Pogacar e De Lie non insistono e il resto del gruppo, tutt’altro che rassegnato, ne approfitta. A 800 metri tutti rientrano e si prepara la volatona finale. Pogacar resta chiuso (arriverà settimo) e i velocisti migliori, Girmay e Matthews, emergono di prepotenza: dopo una dura lotta sull’arrivo in salita, anche se tutt’altro che proibitivo, la spunta proprio l’australiano: terza vittoria per lui a Quebec (aveva vinto anche nel 2019) e un declino che si interrompe inaspettatamente con una vittoria di prestigio. Terzo il modesto francese Rudy Molard (Groupama – FDJ). Gara, nel complesso, che si è accesa solo nell’ultimo giro dopo quasi 200 chilometri di noia e che, a dispetto di ogni considerazione di natura “politica”, rimarrà sempre un “circuito”, e neanche di quelli con un buon albo d’oro.
Andrea Carta
13-09-2024
settembre 13, 2024 by Redazione
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CAMPIONATI EUROPEI – GARA SU STRADE UNDER23 MASCHILE (Belgio)
L’olandese Huub Artz si è imposto nella corsa su strada, Heusden-Zolder – Hasselt, percorrendo 162 Km in 3h22′33″, alla media di 47.988 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Niklas Behrens e di 10″ il francese Léandre Lozouet. Miglior italiano Alessandro Borgo, 14° a 2′15″
CAMPIONATI EUROPEI – GARA SU STRADE UNDER23 FEMMINILE (Belgio)
L’olandese Sofie van Rooijen si è imposta nella corsa su strada, Heusden-Zolder – Hasselt, percorrendo 101.4 Km in 2h26′21″, alla media di 41.572 Km/h. Ha preceduto allo sprint la connazionale Scarlett Souren e l’italiana Eleonora Camilla Gasparrini
GRAND PRIX CYCLISTE DE QUÉBEC
IN AGGIORNAMENTO
TOUR OF ISTANBUL
Il francese Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Şile, percorrendo 130.3 Km in 3h19′24″, alla media di 39.208 Km/h. Ha preceduto di 4″ l’italiano Alessandro Romele (Astana Qazaqstan Development Team) e il danese Magnus Bak Klaris (Airtox – Carl Ras). Burgaudeau è il nuovo leader della classifica con 12″ su Romele e 16″ su Klaris.
STAFFETTA EUROPEA A CRONOMETRO, E’ ANCORA GRANDITALIA!
Affini, Cattaneo, Maestri, Cecchini, Guazzini e Masetti non deludono le aspettative della vigilia e vincono l’oro davanti a Germania e Belgio. Da domani iniziano le prove su strada e l’Italia può ancora essere protagonista
L’esigente crono mista per nazioni dei Campionati Europei di Ciclismo, seppur completamente piatta, ha comunque impegnato gli atleti per oltre un’ora essendo lunga 52 km e 300 metri. Partenza da Heusden-Zolder ed arrivo ad Hasselt e l’Italia, forte dell’oro e del bronzo conquistati proprio ieri nella priva individuale da Edoardo Affini e da Mattia Cattaneo, ha di nuovo sbaragliato la concorrenza proprio grazie al contributo dei due ciclisti appena citati, a cui si sono aggiunti Mirco Maestri, Elena Cecchini, Vittoria Guazzini e Gaia Masetti. Il sestetto azzurro diviso in due ‘tranches’ ha visto inizialmente la prova dei tre ciclisti azzurri che hanno fatto segnare il miglior tempo a metà percorso con 55 secondi di vantaggio sui diretti avversari. Alle ragazze il compito di difendere il vantaggio acquisito e nonostante una prova non eccelsa hanno saputo limitare i danni chiudendo complessivamente col tempo di 1 ora 1 minuto e 43 secondi. A 17 secondi di ritardo la Germania chiudeva in seconda posizione mentre terza era il Belgio con un ritardo di 1 minuto e 33 secondi. La top five era completata dalla Polonia, quarta a 1 minuto e 49 secondi di ritardo, e dall’Ucraina quinta a 4 minuti e 23 secondi di ritardo. La presenza di sole sei nazioni non è stata certamente il massimo per una competizione continentale, mancando ai nastri di partenza nazioni come Gran Bretagna, Francia e Olanda, ma l’Italia ha comunque confermato le previsioni della vigilia ed un oro continentale non è certo da buttare, specialmente se viene dopo quello di Affini. Ebbene, altre soddisfazioni per l’Italia possono arrivare già domani con l’inizio delle prove su strada che avranno il loro culmine domenica 15 settembre con la prova riservata agli uomini elite.
Antonio Scarfone
COPPA SABATINI, BIS DI HIRSCHI
Marc Hirschi vince in solitaria anche la Coppa Sabatini, dopo l’acuto di domenica a Larciano. Battuti Mühlbelger e Foldager
Prosegue il fitto calendario delle classiche di (quasi) autunno Italiano con la Coppa Sabatini, ancora in terra toscana ma quest’oggi in territorio pisano. La fuga di giornata evade presto ed è composta da Lorenzo Milesi (Movistar), Sebastian Berwick (Caja Rural-Seguros RGA), Alexandre Balmer (Team corratec-Vini Fantini), Diego Uriarte, Carlos Garcia Pierna (Equipo Kern Pharma) e Davide Bais (Polti Kometa). Il sestetto inizia al comando la prima delle cinque scalate in programma a Montefoscoli mentre alle loro spalle il gruppo è controllato dalla UAE Emirates, in forze per il proprio capitano di giornata Marc Hirschi fresco vincitore giusto qualche giorno fa a Larciano, sempre in terra toscana. Il vantaggio massimo dei battistrada raggiunge 5 minuti, ma il loro destino sembra comunque segnato: la UAE Emirates è impeccabile con i calcoli e in vista dell’ultima ascesa al Muro di Greta giunge all’annullamento della fuga.
È proprio in questo esatto momento che ci prova Marc Hirschi, facendo subito il vuoto alle sue spalle. Il talento della formazione emiratina scollina con 20 secondi su un drappello inseguitore in cui è presente anche un buon Davide Formolo (Movistar), ma già si capisce che per la vittoria finale la corsa è in cassaforte quando sul primo passaggio sul traguardo il gap ha raggiunto 25″.
Una volta issata bandiera bianca per il gradino più alto del podio nel gruppetto inseguitore iniziano le schermaglie per giocarsi la piazza d’onore: riescono ad avvantaggiarsi in quattro, Kristian Sbaragli (Team corratec-Vini Fantini), Anders Foldager (Team Jayco AlUla), Gregor Mühlberger (Movistar) e Axel Huens (TDT-Unibet). Questo gruppetto trova buon accordo e mette abbastanza distacco fra sé e gli inseguitori per giocarsi la volata per il secondo posto: 30 secondi dopo un ingiocabile Marc Hirschi trionfante sul traguardo di Peccioli, il più veloce per il secondo posto è l’austriaco Mühlberger davanti a Foldager. Solo medaglia di legno per un buon Sbaragli.
Lorenzo Alessandri
12-09-2024
settembre 12, 2024 by Redazione
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CAMPIONATI EUROPEI – CRONOMETRO A SQUADRE MISTA ELITE (Belgio)
La nazionale italiana si è imposta nella cronometro a squadre, Heusden-Zolder – Hasselt, percorrendo 52.3 Km in 1h01′43″, alla media di 50.845 Km/h. Ha preceduto di 17″ la nazionale tedesca e di 1′33″ la nazionale tedesca.
CAMPIONATI EUROPEI – CRONOMETRO A SQUADRE MISTA JUNIORES (Belgio)
La nazionale olandese si è imposta nella nella cronometro a squadre, Heusden-Zolder – Hasselt, percorrendo 52.3 Km in 1h05′20″, alla media di 48.031 Km/h. Ha preceduto di 13″ la nazionale tedesca e di 23″ la nazionale norvegese. 5° a 56″ la nazionale italiana.
COPPA SABATINI
L’elvetico Marc Hirschi (UAE Team Emirates) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Peccioli, percorrendo 197.6 Km in 4h53′00″, alla media di 40.464 Km/h. Ha preceduto di 28″ l’austriaco Gregor Mühlberger (Movistar Team) e il danese Anders Foldager (Team Jayco AlUla). Miglior italiano Kristian Sbaragli (Team Corratec – Vini Fantini), 4° a 28″
TOUR OF ISTANBUL
Il francese Emilien Jeannière (TotalEnergies) si è imposto nella prima tappa, circuito di Çatalca, percorrendo 160.2 Km in 3h51′32″, alla media di 41.515 Km/h. Ha preceduto allo spriont il belga Milan Menten (Lotto Dstny) e il connazionale Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies). Miglior italiano Alessandro Romele (Astana Qazaqstan Development Team), 5°. Jeannière è il primo leader della classifica con 4″ su Menten e 6″ su Burgaudeau. Miglior italiano Romele, 5° a 10″
TOUR OF POYANG LAKE (Cina)
L’eritreo Dawit Yemane (BIKE AID) si è imposto nella decima ed ultima tappa, Anyuan – Sanbaishan Mountain, percorrendo 119.3 Km in 2h46′17″, alla media di 43.047 Km/h. Ha preceduto di 2″ il russo Petr Rikunov (Chengdu Cycling Team) e il polacco Patryk Gieracki (Lubelskie Perła Polski). Nessun italiano in gara. Rikunov si impone in classifica con 10″ sull’australiano Kane Richards (Roojai Insurance) e 1′12″ sul connazionale Timofei Ivanov (Hengxiang Cycling Team)
PROVE A CRONOMETRO INDIVIDUALI LIMBURGO 2024, L’ITALIA SPLENDE CON EDOARDO AFFINI
Si stanno svolgendo gli Europei di Limburgo 2024 in Belgio, vediamo come sono andate le prove individuali a cronometro nelle categorie Elite e Under23 per gli atleti maschili e le atlete femminili, oggi invece è in programma la cronosquadre mista.
UOMINI ELITE
Si distingue l’Italia nella prova regina della cronometro agli Europei di Limburgo grazie alla conquista del titolo europeo con Edoardo Affini, l’azzurro chiude la prova con un tempo di 35’:15” nei 31,5 chilometri previsti da Heusden-Zolder ad Hasselt prendendosi la medaglia d’oro. Al secondo posto si piazza, con 10” in più, il veterano elvetico Stefan Küng prendendo così la medaglia d’argento, terzo invece con il bronzo un altro azzurro ovvero Mattia Cattaneo con 20” di ritardo dal connazionale.
UOMINI U23
Nella prova a cronometro riservata agli under 23 a conquistare l’oro è Alec Segaert con il tempo di 35’06”, il belga ha scekto di correre in qiuesta categoria e non in quella riservata ai profesionisti in cui mantenedo invariate le stesso condizioni meteo avrebbe superato il nostro Affini, inciso a parte, al secondo posto, distanziato di 30”, si prende la medaglia di bronzo SÖDERQVIST Jakob Soderqvist per la Svezia, al terzo e quindi medaglia di bronzo il neerlandeseWessel Mours.
DONNE ELITE
A Limburgo nella prova a cronometro regina riservata alle donne splende Lotte Kopecky, la belga sulle strade di cas divora lettermente la strada e vola a prendersi una medaglia d’oro meritatissima con un tempo di 39’:00” per coprire i 31,2 chilometri in programma da Heusden-Zolder ad Hasselt. A 43″ di distanza dal suo tempo chiude la neerlandese Ellen Van Dijk. In medaglia di bronzo infine ci va l’austriaca Christina Schweinberger.
DONNE U23
Appassionante la prova a crono donne Under23 agli Europei di Limburgo 2024 infatti la lotta si è giocata è il caso di dirlo sul filo dei secondi e nel rettilino di arrivo quando ad arrivare è stata la tedesca Antonia Niedermaier fermando le lancette a 41’:23”, l’unica che stava per insidiare il tempo della finlandese Anniina Ahtosalo, partita un minuto prima di lei, che prende la medaglia d’argento, e l’unica a scendere sotto il muro dei 41 minuti, fermando le il cronometro a 40’54” con quasi 46 km/h di media che le hanno consentito quindi di prendere la medaglia d’oro. A completare il podio, con il tempo di 41:’26” è stata la lussemburghese Maria Schreiber.
Antonio Scarfone
GIRO DI TOSCANA, VITTORIA DEL FRANCESE CHAMPOUSSIN
Il francese Clément Champoussin vince la 96a edizione della corsa brena. Secondo l’australiano Storer, terzo il connazionale Jegat. L’intramontabile Pozzovivo è il migliore degli italiani
Scorrendo Wikipedia si potrebbe quasi pensare che un tempo il Giro di Toscana fosse quasi al livello delle Monumento, sia per la sua longevità (è nata oltre un secolo fa), sia per un albo d’oro nel quale compaiono Girardengo (2 vittorie), Binda (2), Guerra, Bartali (5, record), Coppi, Magni (2), Bitossi, Moser (4), Baronchelli (2), Fondriest, Nibali e molti stranieri di alto livello come Altig e De Vlaeminck; anche negli ultimi due anni la vittoria è andata a due “pesi medi” come Hirschi e Sivakov. I più anziani ricorderanno anche che un tempo si poteva leggere su alcuni libri di testo per le scuole medie, tra i saggi di letteratura italiana, l’appassionante resoconto dell’edizione 1953, famosa per essere stata l’ultima vittoria importante nella carriera di Gino Bartali, resoconto oltretutto scritto dallo stesso “Ginettaccio”.
Quelli, purtroppo, erano altri tempi, con percorsi di 245 chilometri ben più selettivi. Quest’anno i chilometri erano 183, e in apparenza molti di meno in quanto la corsa si svolge interamente intorno a Pontedera, con
un primo breve circuito nelle fasi iniziali, e un lungo circuito finale di ben 56 chilometri, ideato al fine di far scalare due volte l’unica salita importante della giornata: il monte Serra (613 metri), circa 8 chilometri al 7% su cui potrebbero decidersi le sorti della corsa. Ma gli italiani al via oggi non hanno un Bartali in gara e i loro migliori esponenti sono probabilmente il non più giovane Diego Ulissi (UAE Team Emirates) – otto tappe vinte al Giro e qualche corsa in linea di prestigio (tra le quali la Grand Prix Cycliste de Montréal e la Milano-Torino) – e l’eterno (ormai quasi 42enne) Domenico Pozzovivo (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè),ottimo nei Grandi Giri ma scarso nelle corse in linea. Tra gli stranieri si fanno notare i nomi del kazako Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team) e del giovane svizzero Jan Christen (UAE Team Emirates), a luglio vincitore del Giro dell’Appennino.
Si parte alle 11.30, con un tempo ottimo e finalmente non troppo caldo, sperando che le due salite al Monte Serra bastino ad evitare la volatona finale. Neanche i siti di scommesse si azzardano a pronosticare una gara tristemente disertata da tutti i corridori più forti del ranking mondiale, Parte, comunque, dopo un po’ di confusione iniziale, la solita fuga dei soliti ignoti, sei corridori di cui il migliore è forse l’italiano Matteo Spreafico (Mg.K Vis – Colors for Peace), che nel 2018 riuscì a vincere un Giro del Venezuela. Pare improbabile che qualcuno di costoro possa arrivare e, infatti, nonostante un vantaggio che nel giro di 20 chilometri raggiunge
i 7 minuti, il gruppo reagisce al passaggio a Pontedera, quando inizia il primo dei due lunghi giri conclusivi e già durante la prima salita recupera quasi tutto lo svantaggio. Quando il giro termina, al nuovo passaggio a Pontedera, i fuggitivi vengono ripresi e il gruppo procede con relativa tranquillità sino all’attacco del Monte
Serra. La tranquillità dura poco: la strada è stretta e dopo neanche due chilometri si verifica una incredibile caduta in salita – pensavamo di averle viste tutte, e invece… – con diversi corridori che vengono letteralmente sbattuti contro il muro che delimita la sede stradale. Il gruppo si assottiglia e ne approfitta il colombiano Esteban Chaves (EF Education – EasyPost) – non proprio l’ultimo arrivato (ha vinto addirittura un Lombardia nel 2016, anche se da molti anni è sparito dai riflettori), per far partire un’azione che ai bei tempi (i suoi) sarebbe stata forse decisiva. Ma quei tempi sono passati e alcuni corridori, tra i quali il nostro Pozzovivo, il francese Clement Champoussin (Arkéa – B&B Hotels) e l’australiano Michael Storer (Tudor Pro Cycling Team), tutti gregari di belle speranze, finiscono per raggiungerlo. Dietro di loro il gruppo si sfalda completamente e un
secondo gruppetto, che comprende il nostro Ulissi, tenta invano di riportarsi sul primo, anche se un paio di corridori, col passare dei chilometri e con l’arrivo dei falsopiani, se ne staccano e finiscono per riuscirci. In vista della cima della salita, sul tratto più duro con pendenze superiori al 10%, partono Champoussin e Storer; Pozzovivo cerca di restare con loro, ma cede subito e viene riassorbito dagli inseguitori. I due battistrada fanno sul serio e negli 8 chilometri di discesa, spesso stretta e difficile, portano a 35 secondi il loro vantaggio sui corridori alle loro spalle, che continuano a frazionarsi e a rimescolarsi. A 20 chilometri dall’arrivo, all’inizio del tratto di pianura che riporta al traguardo di Pontedera, la situazione si stabilizza, con Champoussin (che è transitato primo in cima al Monte Serra) e Storer che si danno cambi regolari e gli inseguitori che – nonostante siano diventati una decina (fra loro sia Ulissi, sia Pozzovivo) – si guardano un po’ troppo spesso. L’impazienza è cattiva consigliera e alla fine il gruppetto si fraziona, con Pozzovivo e il tedesco Ben Zwiehoff (Red Bull – BORA – hansgrohe) – poi raggiunti dal francese Jordan Jegat (TotalEnergies) e dall’altro tedesco Marco Brenner (Tudor Pro Cycling Team) – che a forza di scatti riducono un po’ il distacco, sino ad arrivare a 20 secondi all’ultimo chilometro. Ma ormai è tardi e i due fuggitivi smettono di collaborare solo a 500 metri dall’arrivo: quasi subito Storer si distrare un attimo e il furbo Champoussin ne approfitta per lanciare la volata e vincere senza difficoltà: il francese, la cui vittoria di maggior prestigio in carriera era stata una tappa alla Vuelta del 2021, può scrivere il suo nome accanto a quelli di Binda, Bartali, Coppi eccetera. Storer, anche
lui vincitore di tappa alla Vuelta (e anche lui nel 2021), è secondo. A 17 secondi è terzo Jegat, che in carriera non ha vinto nulla; sesto ed ultimo del quartetto inseguitore arriva Pozzovivo, primo degli italiani.
Gli altri arrivano un po’ per volta, con Ulissi – secondo degli italiani – all’ottavo posto e oltre metà gruppo ritirato (incluso Christen). Chaves è 16esimo, i due Davide (Piganzoli e Formolo), tra i pochi corridori non del tutto sconosciuti, si piazzano 17esimo e 28esimo. Lutsenko arriva 68esimo, fra gli ultimi.
Corsa da dimenticare, vinta da un corridore di secondo piano? Forse. Ci sarà sempre qualcuno che preferirà una corsa come quella odierna a una dominata dal Pogacar o dal Van der Poel di turno. A qualcuno piacciono i
grandi campioni e le grandi imprese, a qualcun altro le corse incerte sino all’ultimo, e poco importa chi le vince. Finché dura ce ne sarà per tutti i gusti.
Andrea Carta
11-09-2024
settembre 11, 2024 by Redazione
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CAMPIONATI EUROPEI – CRONOMETRO INDIVIDUALE ELITE MASCHILE (Belgio)
L’italiano Edoardo Affini si è imposto nella corsa a cronometro, Heusden-Zolder – Hasselt, percorrendo 31.2 Km in 35′15″, alla media di 53.106 Km/h. Ha preceduto di 10″ l’elvetico Stefan Küng e di 20″ l’italiano Mattia Cattaneo
CAMPIONATI EUROPEI – CRONOMETRO INDIVIDUALE ELITE DONNE (Belgio)
La belga Lotte Kopecky si è imposta nella corsa a cronometro, Heusden-Zolder – Hasselt, percorrendo 31.2 Km in 39′00″, alla media di 48 Km/h. Ha preceduto di 44″ l’olandese Ellen van Dijk e di 1′03″ l’austriaca Christina Schweinberger. Unica italiana in gara Vittoria Guazzini, 5° a 1′09″
CAMPIONATI EUROPEI – CRONOMETRO INDIVIDUALE UNDER23 MASCHILE (Belgio)
Il belga Alec Segaert si è imposto nella corsa a cronometro, Heusden-Zolder – Hasselt, percorrendo 31.2 Km in 35′06″, alla media di 53.333 Km/h. Ha preceduto di 31″ lo svedese Jakob Söderqvist e di 34″ l’olandese Wessel Mouris. Due italiani in gara: Andrea Raccagni Noviero 7° a 1′35″, Nicolas Milesi 9° a 1′51″
CAMPIONATI EUROPEI – CRONOMETRO INDIVIDUALE UNDER23 FEMMINILE (Belgio)
La finlandese Anniina Ahtosalo (Uno-X Mobility) si è imposta nella corsa a cronometro, Heusden-Zolder – Hasselt, percorrendo 31.2 Km in 40′54″, alla media di 45.770 Km/h. Ha preceduto di 29″ la tedesca Antonia Niedermaier e di 32″ la lussemburghese Marie Schreiber. Unica italiana in gara Carlotta Cipressi, 15° a 1′38″
CAMPIONATI EUROPEI – CRONOMETRO INDIVIDUALE JUNIORES MASCHILE (Belgio)
L’olandese Michiel Mouris si è imposto nella corsa a cronometro, Heusden-Zolder – Hasselt, percorrendo 31.2 Km in 37′08″, alla media di 50.413 Km/h. Ha preceduto di 7″ il belga Jasper Schoofs e di 24″ il tedesco Paul Fietzke. Due italiani in gara: Lorenzo Finn 7° a 47″, Andrea Montagner 32° a 3′02″
CAMPIONATI EUROPEI – CRONOMETRO INDIVIDUALE JUNIORES FEMMINILE (Belgio)
La spagnola Paula Ostiz si è imposta nella corsa a cronometro, Heusden-Zolder – Hasselt, percorrendo 13.3 Km in 17′52″, alla media di 44.651 Km/h. Ha preceduto di 1″ l’olandese Fee Knaven e di 11″ la slovacca Viktória Chladoňová. Due italiane in gara: Elena De Laurentiis 15° a 1′07″, Irma Siri 20° a 1′16″
GIRO DELLA TOSCANA – MEMORIAL ALFREDO MARTINI
Il francese Clément Champoussin (Arkéa – B&B Hotels) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Pontedera, percorrendo 182.7 Km in 4h23′40″, alla media di 41.575 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Michael Storer (Tudor Pro Cycling Team) e di 17″ il connazionale Jordan Jegat (TotalEnergies). Miglior italiano Domenico Pozzovivo (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 6° a 17″
TOUR OF SALALAH (Oman)
L’algerino Yacine Hamza (Madar Pro Cycling Team) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Mughsail Beach – Darbat Waterfall, percorrendo 133.8 Km in 2h57′40″, alla media di 45.186 Km/h. Ha preceduto allo spriont il belga Gil D’heygere (CT UW Immo Plus – Pessemier NV) e l’olandese Jeroen Meijers (Victoria Sports Pro Cycling Team). Nessun italiano in gara. Il brasiliano Nícolas Sessler (Victoria Sports Pro Cycling Team) si impone in classifica con 3′35″ sul marocchino Ibrahim Essabahy (Qatar Pro Team) e 6′06″ sull’algerino Azzedine Lagab (Madar Pro Cycling Team)
TOUR OF POYANG LAKE (Cina)
L’estone Martin Laas (Ferei Quick-Panda Podium Mongolia Team) si è imposto anche nella nona tappa, circuito di Ji’an, percorrendo 115.8 Km in 2h26′16″, alla media di 47.502 Km/h. Ha preceduto allo sprint i russi Petr Rikunov (Chengdu Cycling Team) e Roman Maikin (Chengdu Cycling Team). Nessun italiano in gara. Rikunov è tornato leader della classifica con 4″ sull’australiano Kane Richards (Roojai Insurance) e 1′06″ sul connazionale Timofei Ivanov (Hengxiang Cycling Team)
10-09-2024
settembre 10, 2024 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR OF SALALAH (Oman)
Il belga Elias Van Breussegem (Shifting Gears Strategica) si è imposto nella terza tappa, Alhaffa – Ittin, percorrendo 118.8 Km in 2h59′45″, alla media di 39.655 Km/h. Ha preceduto di 11″ l’algerino Azzedine Lagab (Madar Pro Cycling Team) e il brasiliano Nícolas Sessler (Victoria Sports Pro Cycling Team). Nessun italiano in gara. Sessler è ancora leader della classifica con 3′54″ sul marocchino Ibrahim Essabahy (Qatar Pro Team) e 6′25″ su Lagab
TOUR OF POYANG LAKE (Cina)
L’estone Martin Laas (Ferei Quick-Panda Podium Mongolia Team) si è imposto nell’ottava tappa, circuito di Xinyu Fairy Lake, percorrendo 120.5 Km in 2h34′44″, alla media di 46.726 Km/h. Ha preceduto allo sprint il bielorusso Alexei Shnyrko (Li Ning Star) e il russo Petr Rikunov (Chengdu Cycling Team). Nessun italiano in gara. L’australiano Kane Richards (Roojai Insurance) è ancora leader della classifica con 7″ su Rikunov e 1′02″ sul russo Timofei Ivanov (Hengxiang Cycling Team)